Un libro di Terry Pratchett è sempre una garanzia ma ci sono volte che cominci con qualche riserva: The Last Hero è un libro illustrato di 176 pagine con, credo, un terzo delle parole che ci sono di solito.Che sia brutto non te lo aspetti. Che sia meno... sì.Ma Terry Pratchett è un genio e non dobbiamo mai, mai, dimenticarlo.A volte non riesco a non pensare a come avrei voluto conoscere Terry Pratchett durante la mia infanzia, e come i miei eventuali figli lo conosceranno durante la loro (se si spicciano a tradurlo, che di questo passo il progetto slitterà ai miei eventuali nipoti): questo è l'effetto che i libri di quest'uomo hanno su di me. Ho finito il libro e sono rimasta lì, senza sapere se essere triste o divertita o malinconica. Ci sono motivi per essere tutto ciò, e non perchè il finale sia un pastrocchio. È perfetto.Ma andiamo con ordine: siccome so che siamo circa in tre a leggere Pratchett (e uno Cohen ancora non l'ha incontrato), vi spiego: Cohen il Barbaro è un personaggio ricorrente di Mondo Disco nonchè dichiarata parodia di Conan il Barbaro, nonchè il più grande eroe che il Disco abbia mai avuto.Cosa succede quando un personaggio del genere invecchia? Succede che abbiamo abbiamo la classica gag del personaggio completamente fuori posto, un pesce non fuor d'acqua ma proprio sparato nell'universo.Ma siccome Pratchett non è scemo non si ferma lì e Cohen acquista una dimensione che, sotto il divertimento, sotto l'arguzia, sotto i giochi di parole che tanto gli vengono bene, ha discrete sfumature tragiche.Cohen è l'ultimo baluardo di un mondo semplice (e, a livello meta, della narrativa high fantasy) che non ha posto nel mondo moderno: i tempi sono cambiati, lui no. È fuori luogo in modo comico finchè non ti accorgi che lui lo sa, e che quando gli altri personaggi lo incontrano sono sempre un po' a disagio perchè Cohen dovrebbe essere morto ed essere una leggenda, non una leggenda vivente.È sopravvissuto a tutto, incluso il suo tempo. Il loop in cui è intrappolato è ovvio: Pratchett considera la vecchiaia la somma della vita e Cohen è il migliore. Troppo esperto per morire in battaglia, troppo esperto per cadere in una trappola e non uscirne: gli è precluso morire in combattimento, lo stesso Morte sembra riluttante all'idea di andarlo a prendere (non che non lo farebbe: il dovere è il dovere), gli dei l'hanno dimenticato.Il suo destino è morire sul letto, in un mondo che non lo apprezza più.Cohen non ci sta. Cohen gioca d'anticipo e con la sua Silver Horde (più un menestrello rapito e l'ultimo Signore Oscuro) decide di scrivere la propria fine riportando il fuoco agli dei - con gli interessi - e restituendo all'umanità il libero arbitrio.Ma qual è la fregatura? Che Mondo Disco è una realtà così instabile che ha bisogno delle divinità e della magia per esistere... ed ecco quindi che il Patrizio, con l'aiuto dei maghi, organizza una missione per fermare gli arzilli vecchietti: Scuotivento, Carota e Leonardo da Quirm devono partire con un'astronave fatta di legno e alimentata a draghi (mezzo inventato apposta da Leonardo, e unica possibilità di raggiungerli in tempo) e far ragionare Cohen.In sostanza gruppo di personaggi A cerca di raggiungere località Z mentre gruppo di personaggi B cerca di intercettarli.In questo libro vediamo la vecchiaia affrontata in modo diverso rispetto alle streghe: mentre loro con l'età migliorano per gli eroi il decadimento fisico è una vera e propria tortura. Sono stati quelli che hanno fatto tutto e si ritrovano senza nulla.È interessante leggere come Cohen e gli altri continuino ad applicare alla loro vita le regole del Codice, ma contemporaneamente siano anche esperti abbastanza da guardare il mondo con consapevolezza e cinismo.They say fortune favours the brave, but I say I've seen too many brave men walkin' into battles they never walked out of.La cosa completamente assurda e geniale è che questi anziani signori sono così esperti nelle regole del loro stile di vita (e della loro narrazione) che sono in grado di uscire da determinate situazioni (o di riconoscerle) proprio perchè conoscono e sfruttano i clichè narrativi: capiscono di essere nel torto non tanto perchè glielo spiegano, ma perchè sono in sette contro uno che lotta per salvare il mondo.Qualunque eroe vissuto abbastanza da avere ottanta-novant'anni sa di non avere nessuna possibilità di vittoria in uno scenario simile.Più l'importanza della memoria: che senso hanno le imprese se non c'è nessuno a ricordarle?In questo libro si vedono gli dei per molto più tempo rispetto agli altri volumi (Tartarughe Divine parla più che altro di fede) e si riconferma l'impressione generale: creature potentissime ma infantili, che giocano letteralmente col destino degli uomini (ma giochi semplici perchè non hanno pazienza) e che possono scordarsi le loro pedine sul tavolo, o non pensare a cosa succede quando le fai arrivare fino alla fine del tabellone di gioco.Ho trovato interessante come, nonostante loro vivano infinitamente più a lungo degli umani, siano più giovani rispetto a noi: in fin dei conti proprio perchè gli umani vivono meno invecchiano di più... e Pratchett è abbastanza bravo da riuscire ad usare una sola frase per mostrare questo concetto: quando Vena the Raven-Haired non uccide le valchirie perchè "they'd all looked so young". Non posso non sprecare una parola per i disegni di Paul Kidby: sono meravigliosi. Come ho avuto il libro in mano come ho desiderato averlo in copertina rigida, e quanto ho imprecato per le illustrazioni spaccate a metà dalla rilegature perchè in due pagine!Moltissimi personaggi, e luoghi, sono esattamente come li ho sempre immaginati.Leggere questo libro è stata un'esperienza fantastica, non solo per la storia ma per come è stata scritta e per cosa rappresenta. Sono innumerevoli le frasi che meriterebbero di essere citate, o scritte e appese, i momenti 'Fuck yeah', la commozione per la fine di un'epoca, e ammiro come Pratchett abbia trovato un finale perfetto ad una situazione impossibile.Mi ha fatto venir voglia di andare a cercare qualche vecchio amico: Conan, Solomon Kane, Elric, John Carter, Sandokan, per dirne qualcuno. Vecchi eroi messi in da parte perchè la narrativa è andata avanti e sono troppo semplici, basilari, per i gusti attuali.Ma Scuotivento ha ragione.The thing is... the big thing about Cohen is... he's contagious. It's like a mental illness. Or magic. He's as crazy as a stoat, but... once they've been around him for a while, people start seeing the world as he does. All big and simple. And they want to be part of it.
In Discworld, more then most places, what we take as myth is more literal. In the beginning, the great hero Mazda, maybe known elsewhere as Prometheus, stole fire from the Gods. Well, Cohen the Barbarian and his Silver Horde have grown wealthy and old in the hero business themselves, but they don't like the old part, in fact, they have a beef to pick with the Gods about the whole "old" situation. So they've decided to return Mazda's ill gotten gains. With interest. The problem with most heroes though is they don't realize that sometimes their actions have consequences. The consequence of them going to the home of the Gods is that Discworld will cease to be. The Wizards bring this outcome to the attention of Lord Ventinari who quickly gets all the Disc's best minds, including Rincewind to his own dismay, to find a solution. Yet no one seems to be asking the obvious question. What if this is just another game the Gods are playing, and what if it's revenge for all those temples these so-called heroes sacked?In Neil Gaiman's introduction to A Slip of the Keyboard he says that "Terry Pratchett isn’t jolly. He’s angry." This to me is the truest thing I've read about Pratchett. Some might place him in the jolly elf category, but to me he is in the cantankerous wizard one. When I met Terry Pratchett he reminded me of someone very close to me, my mother. Like Pratchett she is ill and old before her time. She survived two rounds of cancer in my childhood to have Parkinson's arrive early because of the chemo that saved her rapidly aging her body. Here are two people who know the truth that life isn't fair. You might have a good life, you might have a bad life, you might have an easy life, but in the end death comes for us all. The indignation of the Horde at this universal truth is both poignant and relatable. While this book was written prior to Pratchett's diagnosis of early onset Alzheimer's he understood how the world works so it seems even more of a cruel joke that this would happen to him. One wonders if he has railed against the Gods as his heroes did. Because what would you do if you could actually accuse the Gods of being unfair? Would you gather yourself a posse and head into Mordor with a keg of explosives? The anger just sparks off the page at the unfairness of life. This will to live, this rage, fuels the book and makes it more vital and alive then any book I have read in a long time. It might be about turtles and wizards and old men who were heroes in their day who want sagas written about them, but the human truth behind all that pageantry is what makes Pratchett's books so universally wonderful, if heartbreaking at the same time.Though Pratchett isn't one to not let the Gods have a say. Sure they might be blind and think of people as pawns in their games, but all the Gods live together and therefore have similar vested interests. It would be like Jesus hanging out with some Egyptian Goddess like Isis, with a few Roman and Greek deities on the side. All Gods, while not necessarily equal, are aware of each other and take an interest in what they each do. So to look at the "heroes" from their point of view, they see a rag tag group of people who have spent their lives looting and pillaging their temples and places of worship. They might be heroes to us mere mortals, but to the Gods, they are a nuisance, and Pratchett is will to show us this in all his irascible splendor. But in amongst the hard truths Pratchett peppers his story with little asides, little jokes, that if you get them they're wonderful. Besides the battle of Gods and man, here he takes aim at the space program, Leonardo da Vinci and his inventions, science, but my favorite of all was the discussion of Schrödinger's cat. This is a quantum-mechanical paradox wherein a cat is placed in a box with a substance that may or may not kill the animal. The cat being in the box and unable to be observed means that the cat is both alive and dead simultaneously. It is the observation of the cat when the box is opened that determines the cat's state of being. DEATH and his manservant Albert get into an argument about this theory. Albert is trying to point out the two states of simultaneous being while DEATH just thinks it's cruel to the cat, and anyway, he's DEATH so he'd be aware the instant the cat died, and therefore it makes no sense to him. This scene is worthy of a vaudeville stage and top billed act with the subtlety and wit. Priceless.What sets apart The Last Hero from any of Pratchett's other books is that this is an outsized format with beautiful illustrations by Paul Kidby. While I actually have many issues with the layout of the book, text lines being set too long, sepia drawings not getting the attention they deserve being set behind type, drawings badly placed within the story (ok, the graphic designer in me will stop now), the illustrations add so much. Kidby has this way of channeling Pratchett so that his drawings sync up with the images that have always been in your head. You see this picture of DEATH with one of his beloved kittens and you think, yes, that's right. Carrot Ironfoundersson has proved difficult to dream cast, like I am wont to do, but there he is rendered flesh by Kidby's pen! I hope this symbiotic relationship lasts for many years, and above all I am grateful that the US Publishers have FINALLY started to release Pratchett's books with Kidby's covers stateside. Why would you do otherwise?
Do You like book The Last Hero (2002)?
It is impossible to rate just the story, because of the really really beautiful Kidby-pictures on almost every page (well, every page, the few pages without colour-pictures have nice background-images). I mean there are swamp-dragons, moon-dragons, kitties (actually: Death with a kitty, and a kitty playing with the Tail of the Death of Rats), the wizzards, and of course the heroes, the 'silver horde'. They are all awesome, and incredibly detailed, I want all of them as poster for my room XD.Now for the story: I'm neither a big fan of Cohen nor of Rincewind but I still really enjoyed it. Cohen is in company of his silver horde, and they're just an awesome bunch (Veena the Raven-Haired strangles someone with pink knitting-wool and stitched 'BURN THIS HOUSE DOWN' on fabric...how can you not love her?) and Rincewind get paired up with Carrot...you know I actually felt sorry for Rincewind, then.Oh, and these pictures with Death and kitty? They illustrate a (somehow random) scene in which Death discusses Schroedinger's Cat with Albert. Don't tell me that's not awesome :)
—Aoife
Due to the large format of this book - which after reading I would never dream of having scaled down - it is not carried in many places; As I was too impatient to wait for it to come in on order, I instead had read it at the local library.The Last Hero is a great story, when long-standing characters are illustrated it often comes out wrong, but Kirby nailed it, especially with Rincewind and the Gods. The basic story is in two arcs, focusing on the aging Silver Hoard (last seen in Interesting Times) traveling to the home of the gods and Leonard da Quirm, Captain Carrot and a reluctant Rincewind who must stop them. Pratchett spins off of the established ideas about heroes and villains, gods, and gives insight into their motivations and what might happen when heroes and villains grow old. The story is good, but the prize really goes to Paul Kirby for his illustrations from the full two-page spreads to the details of da Quirm's notebooks. All in all, very satisfying.
—Myles
This in many ways meets most of the enjoyment of Discworld in one relatively short book. The humor is constantly spot on, the different puns about both the legend of how man got fire, growing old as a hero and space exploration thrown into the absurdly funny fantasy world had me going through this book devouring every moment in word. I love the Discworld series and cherish many of the stories, this one is sitting near the top of my favorite giving us all but the witches from the series to look at. Death is his usual self. Rincewind shows us the better parts of cowardice still cant get you out of live threatening situation but at least gives you a good head start. Carrot covers his role as a truly lawful hero off so well. And by far making a book greatly focused on Cowan and the Silver Horde is perfect reasoning to make you wet yourself in laughter from a group of senior citizen heroic barbarians can only do. Throw in dashes of the gods and the librarian and you have a must have book for any Discworld fan.
—Brittany