http://it.wikipedia.org/wiki/File:Rem..."Cosa ci insegna il dolore cronico? (...) Il dolore cronico ci insegna: primo, cos'é il benessere; secondo, cos'é la codardia; terzo, un po' di quello che significa essere condannati ai lavori forzati. Il dolore é lavoro. Che altro, Nathan, cosa soprattutto? Ci insegna chi é il padrone. Esatto. Ora elenca tutti i modi di affrontare un dolore cronico. Puoi subirlo. Puoi lottare contro di esso. Puoi odiarlo. Puoi cercare di capirlo. Puoi tentare di scappare. E se nessuna di queste tecnicheti dà un po' di sollievo?Percodan, disse Zuckerman; se nient'altro funziona, allora al diavolo la coscienza come valore supremo: bevi vodka e impasticcati."" Tutti vogliono rendere il dolore interessante: prima le religioni, poi i poeti, poi, per non essere da meno, anche i medici, che fanno la loro parte con la loro ossessione psicosomatica. Gli vogliono dare un significato. Che vuol dire? Cosa nascondi? Cosa mostri? Cosa tradisci? E' impossibile soffrire e basta, la sofferenza dev'essere significativa. Invece il dolore non é interessante e non ha senso: é semplice e stupido dolore, é il contrario di interessante, e non c'era nulla, proprio nulla che gli attribuisse alcun valore, sempre che tu non fossi matto."Divagazione in stile Roth di un tema universale: quello del dolore (inutile). Dal primo uomo che l'ha provato a quell'altro che per primo si é chiesto:- perché a me?- che ho fatto?- a che serve?- che senso dargli?- passerà? come faccio a farmelo passare?- c'é un responsabile? e chi é?Un dolore insopportabile al collo, spalle e braccia, non può scrivere, farsi il letto prepararsi da mangiare da diciotto mesi. Nathan Zuckermann non é Giobbe naturalmente, e non sta seduto su una discarica a grattarsi con un coccio la rogna, ma vive in un magnifico appartamento di NY.Con l'ego ipertrofico che si ritrova, si autocommisera, si autocompatisce, si imbottisce di antidolorifici sino alla dipendenza, spinella, e si fa di vodka. Passa visite mediche specialistiche, va dall'osteopata, prova pomate e macchinari che danno una leggera scossa, porta un collare ortopedico... gli manca solo l'astrologia, andare in chiesa o in sinagoga, visitare maghi e streghe.Intanto pensa e riflette, fa sesso (con i sostituti materni che é riuscito a trovare), si arrabbia, perde i capelli e va dallo specialista tricologo, indaga il suo inconscio, rivisita gli ultimi vent'anni della sua vita, mette in discussione in toto il suo essere: figlio e fratello (degenere dopo il libro di successo scritto che tratta della sua famiglia e di un certo tipo di ebreitudine), marito (fallito), amante, essere uno scrittore, senso e valore dello scrivere.Verso la fine del romanzo e della ricerca di risposte alle domande di cui sopra, Nathan pare trovare la sua di risposta, che qui non dico, ma che... bhé mi ha lasciato alquanto perplessa perché é troppo... semplice, al limite del superficiale rispetto agli altri contenuti e alla qualità del loro trattamento letterario.Così si spiega il non aver dato le 4 stellette, sul finale il romanzo é "concitato", confuso e non soddisfa per niente. E' come aver costruito una magnifica casa ma arrivati al tetto ci si mette sopra un telone di plastica.
What is perhaps so striking about this book is that Philip Roth depicts an aging writer who, because of undiagnosed physical pain, has stopped writing filling his world with doubt and despair. Zuckerman's pain is very much an investigation of Roth's own biographical highlights. Roth too recovered from surgery, stopped finding writing worthwhile, and was attacked over and over again for his most infamous novel Portnoy's Complaint i.e. "Carnovsky." So disillusioned with writing is Zuckerman that he wants to become a doctor, healing his own pain, but mroe importantly healing his own doubt. Idealistic, yes, but as Roth always does, his characters' occupations always inform on writing. For Zuck, being a doctor means working with people, not alone with doubt.Some of the wildest passages are when Zuckerman poses as a pornographer he has named after his worst literary critic, Appel. His arguments for pornography sadistically paralell a defense for his own writing. It abuses women? It is bad for the Jews? No! You misunderstand me. Though posing as Appel is revenge in writerly overdrive, Roth is reacting to his real world critics while underminding his characters. Yep, meta-meta-meta fiction. Arg. You know it, enjoy. Read this on the heels of Zuckerman Unbound to see Nathan dealing with his success. I think that Roth writes these books for the idealistic. He wants people to know that writing is hard, celebrity is harder, and that even though everyone is going to tell you you are crazy, no one will sympathize with your literary plights. Or career choices for that matter. Zuckerman lives for a time with an unrealistic dream to be a doctor and when explaining this to his college friend Bobby, now a doctor, he is turned off of his idealism. It is not writing that is full of doubt; life is full of doubt. Some of Roth's most touching passages are when Zuckerman, finally finding solace in people who actually address his pain as life's pain, wanders here and there in a hospital. He talks with the elderly. He visits those who are sick. He pushes an old man around in a wheel-chair. He is inspecting himself and realizing, in the calm after his personal storms, that "This is life. With real teeth in it." And though Zuckerman may still not have matured all the way out of himself, he is set to try.
Do You like book The Anatomy Lesson (1996)?
Il miglior libro della (virtuale, ma manco tanto) trilogia che ha come protagonista Nathan Zuckerman. Rispetto a Lo scrittore fantasma e a Zuckerman scatenato, qui Roth ha un unico obiettivo: una freccia è piantata in un albero ed egli le gira intorno, sviscerandocene tutte le sfumature. Zuckerman soffre di un mal di testa-collo che lo blocca non solo fisicamente, ma anche nella scrittura. Il successo di Carnovsky è ancora un fardello, ed infatti egli dà la colpa di questo dolore alla scrittura stessa, alla vita che ha vissuto al fianco della scrittura. Nathan si è nutrito solo di parole; torna questa frase, detta da Lonoff ne Lo scrittore fantasma, e proprio come Lonoff ora sembra sconvolto, perso, distante dal suo mondo.Ma questo è solo il pretesto narrativo, perché Roth ci conduce in una straordinaria analisi del dolore. Non del dolore al collo di Nathan, ma della sofferenza umana nella quale ognuno si rotola e a cui si cerca di fuggire. La sofferenza di una solitudine ineluttabile, che colpisce sempre di più Nathan con la scomparsa del padre (nel precedente libro), e ora della madre.Qui Roth dà una lezione, di scrittura e di capacità critica, a tutti gli esistenzialisti del Novecento che hanno riempito pagine di melense, raccapriccianti e sudate parafrasi per descrivere e spiegare il dolore. Roth lo fa con un romanzo di altissima qualità, attraverso una lezione di anatomia fredda ed efficace.
—Saverio Mariani
this is the conclusion to the first zuckerman trilogy of roth's series. From what i understand, this first collection of zuckerman books (continued with The Prague Orgy) is more about the life of the artist and the writing process and the lows and highs of being a popular author. Contrary to this, the later zuck books actually expand from these themes and deal with characters other than zuckerman himself. Of these first three, i found zuckerman unbound to be the most entertaining to read. it was funnier, whereas anatomy lesson was could be sad and downright annoying reading zuckerman complain for 20 pages at a time. But it definitely did have some hilarious moments.when nathan is pretending to be a crass and despicable pornographer who happens to have the same name as zuck's nemesis, Milton Appel. hilarious. and when he is considering the fact that he will have to study gynecology and diagnose women after the way he has portrayed them in novels like Carnovsky and received feminist criticism:"Those girls meant business - wanted blood. Well, he'd turn the tables and tend to abnormalities in the discharge of theirs."i have the prague orgy on order right now and after that i will probably continue with the counterlife and then the "second zuckerman trilogy" of the series. i can't get enough of that wonderful zuck.
—Mike
Do you pinch your arm to try to distract yourself from the pain of a stubbed toe? Warning: you may start to feel sympathetic pain if you set this book down midstream. It's as if Nathan Zuckerman will leave you alone only so long as you keep on with his narrative. Otherwise, he'll start to project his suffering on you, until you've finished the novel. My father says, "Roth can be an acquired taste." I believe everything my father says, but especially in this case. So, if you don't like Roth, fine. The dilemmas of masculinity presented are interesting to me. If you do like Roth, I don't think this is amazing work from him, but maybe a comfortable bed to lie in when you want a book about good ol' detestable Zuck. "I'm not such a villain, right? I'm not Zuck."All the time I'm hearing someone rave about Hunter S Thompson. Kids mostly. But anyway, I'll read Roth and consider it samesies.
—Jeremy Allan