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Forward The Foundation (1994)

Forward the Foundation (1994)

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4.1 of 5 Votes: 2
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ISBN
0553565079 (ISBN13: 9780553565072)
Language
English
Publisher
bantam/spectra

About book Forward The Foundation (1994)

"Credo che a un occhio non allenato questo turbine multicolore sembrerebbe soltanto un guazzabuglio di numeri, figure e forme, ma per me -e Yugo, e Wanda, e Gaal- questa è la Psicostoria sbocciata alla vita."Trovo che Asimov sia un autore fondamentale per un numero di ragioni talmente grande che, fantascientificamente parlando, neppure i trentamila anni di storia umana necessari per arrivare alle Fondazioni sarebbero sufficienti a esporle tutte e sviscerarle debitamente. Come è superfluo far notare, è uno scrittore di fantascienza: nei suoi libri ci sono gravitassì (suppongo che la traduzione sia alquanto datata), ascensori a repulsione gravitazionale, ipernavi, robot umanoidi; nei suoi libri, il particolare scientifico è curato al minimo dettaglio. Ma ciò che mi lascia sempre sorpresa e ciò che costituisce il motivo forse principale per cui io ritengo che la mia vita senza le storie di Asimov sarebbe più vuota è che, nei suoi libri, ad essere curata al minimo dettaglio è anche la componente umana.Non mi riferisco propriamente ai comportamenti, alle emozioni o ai sentimenti dei singoli, o al modo in cui parlano o gestiscono la loro vita privata -non mi riferisco, in poche parole, al quotidiano. Sarebbe inutile negare che molti personaggi asimoviani mancano di spessore, altri a volte si lanciano in spiegoni che stanno a sentire soltanto loro, quasi tutti spesso tendono a iper-reagire. Non si tratta di figure molto realistiche, ma paradossalmente questo le rende anche più vere. Asimov fa con i suoi umani quel che fa con i suoi robot: ne accentua l'emotività per mostrare la natura dell'animo umano, ne esalta l'ingegno per ridurre la tridimensionalità della mente alle sei facce di un cubo appiattite su un tavolo con il solo scopo di riassemblarle in qualcosa di diverso, per quanto l'impresa sembri impossibile. Entrambe queste operazioni, accidentalmente o volutamente, lo portano sempre a produrre delle storie eccellenti.Gli episodi di Fondazione anno zero (benché l'ordine cronologico sia molto importante, le quattro parti in cui il romanzo è diviso possono considerarsi autoconclusive in sé) sono tra le storie più intelligenti che Asimov abbia mai scritto, specialmente il primo e il secondo, che vedono il geniale matematico Hari Seldon alle prese con i problemi che si incontrano nella gestione di un impero di venticinque milioni di mondi -normale amministrazione, insomma. Nel corso di queste avventure Seldon dà prova di un'astuzia e una scaltrezza di cui, basandomi sui miei ricordi di Preludio alla Fondazione, non l'avrei considerato capace. Lo stupore non ha fatto altro che aumentare il piacere e il divertimento che ho provato nel seguire la serie di stratagemmi, trucchi e manipolazioni di cui Seldon si rende, gioco forza, degnissimo artefice.Nella terza e nella quarta parte, invece, si fa chiaramente più consistente il fatto emotivo, e neanche qui Asimov si spreca. Non fosse stato per l'indiscutibile impenetrabilità del mio cuoricino -questa frase ha tanti buchi quanti un colabrodo- avrei pianto un paio di volte, e una di queste sarebbe stata per un robot. Esatto, quest'uomo è capace di far piangere la gente per il destino di una macchina. Spero che il mondo si renda conto di cosa questo significhi.E a questo proposito, avrei voluto più Demerzel. Quanto mi mancano i vecchi tempi in cui Daneel e Bailey se ne andavano in giro a braccetto a risolvere omicidi su pianeti random, quando ancora c'erano gli Spaziali che vivevano trecento anni e i mondi erano tutt'al più cinquanta.Ebbene sì. Asimov mi fa persino diventare nostalgica.

Segunda entrega, hablando cronológicamente, porque realmente mientras que la Trilogía de la fundación original se escribió entre 1951 y 1953, las precuelas se escribieron entre 30 y 40 años después. Y es algo que se nota mucho ya en la primera de las aventuras de Hari Seldon (Preludio a la fundación 1988) y algo menos en esta que ha tocado este año, la cual data de 1993 ya y enlaza directamente con la primera parte de la trilogía original, de la cual en mi humilde opinión, podría haber bebido mucho más, sobre todo en lo que a estilo se refiere, para estas precuelas.Una vez hecho este baile de números y sin adentrarme en la trama ni querer hacer reseña alguna como siempre, he de decir que ésta entrega sobre las aventuras del fundador de la psicohistoria me ha gustado y enganchado mucho más que la anterior. Es más rápida, hay muchos más saltos temporales de los que tanto me gustaron en la trilogía original (Aunque, lógicamente, de espacios de tiempo mucho más cortos) y en definitiva mucha más chicha que cortar en la historia. Vemos a un Hari Seldon mucho menos joven y los problemas que se le van presentando en el proyecto Fundación. Lo único que me ha chirriado un poco es que no explica muy científicamente como desarrolla la psicohistoria en sí. Podría haberme dicho que tenía un cubo mágico que una vez activado le leía el futuro y quedaría igual casi. Aun así con todo lo ocurrido (Y lo que ocurriría después) es algo que no tiene excesiva importancia para disfrutar igual de la obra.Un apunte bastante necesario: pese a ser precuela esto no es una saga como Star Wars, en la que te podías ver las películas nuevas y luego las viejas en pos del orden del autor. Aquí como te leas la saga en orden cronológico y no en el que Asimov las fue escribiendo leyéndote las precuelas te destriparás un par de sorpresas de la trilogía original que no deberías. A destacar: Ver como Asimov aquí si encuentra el equilibrio justo entre el tedio lento y cadente de acción relevante de Preludio y el ritmo trepidante (y a veces atropellado incluso) de la trilogía de la fundación original.

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And with this volume, I bring to a close the Foundation series by Asimov (sort of; I'm still planning on reading the Benford-Bear-Brin books, since those at least have a pretty devoted following, too). I'm partly glad to be finished, since the stories tended to be somewhat repetitious and lacking in vivid characterization, but after all that Asimov did with the series and how he pulled it together with his other major science fiction novels, part of me wonders where he would have gone with it had he had more time to develop his ideas. Because as I mentioned in the last five reviews, his ideas take precedence over the storytelling.I also found this volume to be a bit of a throwback to the first book, in that instead of it being one singular story, the novel was comprised of four distinctive shorter works that told a larger story. Each story is about Hari Seldon and his days following his end as First Minister, from his early forties to his death some forty years later. We see more of the conflicts Seldon endured, politically and personally, and while it doesn't necessarily further the idea of Foundation, we get more insight into Seldon as a person, which was far more than what we received in Foundation. But the structure of the novel into its smaller parts brought the series full circle.So much of the story was about Seldon working on psychohistory without telling anyone save for his closest contacts that he was working on psychohistory, and that part of the story was a little tedious. The series overall had a lot of repetition in theme, structure, and narrative (each book seemed to review much of what came before, which, while necessary, was somewhat annoying when reading the stories all as one), and I wished that Asimov had tried giving his readers the benefit of the doubt at some point. The use of Dors and Rayche as a means to go into great length about the details of psychohistory also felt somewhat overused (even if it was necessary).I enjoyed the series well enough overall, and I can see why it has the reputation it does, but when it comes to sheer storytelling, it doesn't measure up. Characterization takes a back seat to the technical details, and without that connection to the characters, it was hard for me to care much about what happened to Hari and his family. The emotional scenes felt flat, leaving me mostly unresponsive, and I found myself reading to see where Asimov was taking the ideas instead of reading to see what would happen to the characters. That just doesn't seem like the right approach to take when writing fiction.Would I still recommend it? Yes. I'm not sure if I would recommend reading them all at once, as I did, but some time away from the series might make some of that repetition less grating. As it is, I'm looking forward to seeing what other authors have to do with the characters.
—Thomas

I would recommend reading them like this. Foundation TrilogyFoundations EdgeFoundation and EarthPrelude to FoundationForward the FoundationPersonally I'd just skip to the last chapter of foundation and earth lol. It's not a terrible book, but it is boring, and repetitive. The others however, including this one, are a great read.
—Stephen

Diciamo la verità: a mente fredda non è un gran libro, tra personaggi stereotipati e colpi di scena prevedibili. Inoltre è costituito da cinque parti che potrebbero avere vita propria scandendo i decenni della vita di Hari Seldon, quasi che Asimov abbia nostalgia della sua giovinezza, quando fondeva due romanzi brevi per creare ‘Fondazione’. Eppure… Eppure, queste trecento pagine si leggono tutte d’un fiato, trascinati dalla prosa leggera ma arguta che contraddistingue da sempre l’autore: i dialoghi sono preponderanti sull’azione, anzi quasi costituiscono l’azione stessa in serrati scambi dialettici che, in molti momenti topici, si trasformano nel vero motore della storia. Insomma: malgrado questa sorta di prequel della Quadrilogia sia un libro tardo e il tentativo di scrivere una ‘storia di domani’ cominci a far sentire una certa stanchezza, gli appassionati del Dottore vi ritrovano una voce comunque inconfondibile e gli altri una lettura rilassante e venata di stimolante intelligenza.
—Carlo

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