About book Death As A Way Of Life: Ten Years After Oslo (2003)
David Grossman can write. His prose is simply fantastic, and he is able to do dark humor, persuasion, compassion and anger with grace. He writes in a way that makes the reader want more, even when the subject is quite heavy. This is probably the best book I have read espousing the "two-state solution" for Israel and Palestine.There is so much more I'd like to say about this book - and, in writing this review, I've written and erased several paragraphs worth of my thoughts. The problem is that the issues surrounding Israel/Palestine are ones that I can't seem to talk about without making some people very, very angry. I'm an American, who has only visited Israel (not lived there), and I'm not Jewish. So what do I know? Who am I to have an opinion on this?So I will leave it to Grossman, a Jew who was born in Israel, lives in Israel, whose own son was killed as a member of the Israeli military, to have an opinion on this. And I will urge you to read his opinion, to consider it carefully, and to not give up hope that there can be peace in Israel and Palestine. Grossman believes it. I believe him.
Una raccolta di articoli scritti da Grossman sulla guerra arabo israeliana, ma soprattutto un affresco di come vive la gente comune in una situazione perennemente in bilico, con il terrore delle bombe, la speranza di una pace che non arriva, le mille delusioni inflitte da governanti troppo concentrati su sè stessi e sull'oggi piuttosto che sul futuro, e soprattutto sul costo umano che i loro popoli pagano ogni giorno... L'aspetto più terribile di questi articoli è il fatto che potrebbero essere stati datati 20 anni fa, o oggi e purtroppo non farebbe una grande differenza.Uno degli articoli che più mi ha colpito è quello che racconta la visita di Papa Giovanni Paolo II in Israele, molto toccante e profondo.
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Grossman è un israeliano illuminato, una cd. "colomba", ma soprattutto è una persona intelligente e in questa raccolta di articoli che vanno dal 1993 al 2002 spiccano la sua lungimiranza e lucidità nell'analizzare gli eventi e i sentimenti dei due popoli costretti a vivere in un abbraccio mortale.L'analisi che lo scrittore fa delle ragioni dell'altra parte e la critica ad alcuni capi di governo israeliani sono sintomo della profondità e della sua ampiezza di vedute.Purtroppo dal titolo del libro si comprende il suo pessimismo sulla soluzione del conflitto arabo-israeliano. E l'articolo finale, scritto nell'anniversario dell'Intifada, lo conferma.Leggere come ci si sente a convivere con la morte e a dover organizzare la propria vita quotidiana in funzione di "cosa potrà accadere oggi" mi ha fatto riflettere. Mi è venuta in mente la famosa poesia di Ungaretti: "si sta come d'autunno sugli alberi le foglie".
—Sandra