Sullo sfondo di un Uruguay spazzato dal vento estivo di una sera di gennaio, Omar Razaghi, giovane studioso di letteratura, arriva nella sperduta e fatiscente dimora di Ochos Ríos. La sua borsa di studio è legata alla biografia di Jules Gund, autore di un capolavoro trascurato, la cui autorizzazione gli è stata negata via lettera dai suoi eredi testamentari.La passività di Omar lo avrebbe rassegnato a rinunciare al suo lavoro e al suo assegno di ricerca se la fidanzata Deirdre non lo avesse spronato ad affrontare il lungo viaggio dal Kansas all'Uruguay per parlare vis-à-vis con Adam, Caroline e Arden, rispettivamente fratello, moglie e amante dello scrittore suicida. Al suo arrivo Omar trova una situazione paradossale: i Gund vivono ritirati dal mondo, Adam in un mulino con il giovanissimo amante thailandese che ha legalmente adottato, e le due donne nella vecchia residenza di famiglia insieme a Porzia, la figlia che Arden ha avuto con Jules. I tre, pur divisi da un reticolo di rimpianti, gelosie e vecchi rancori, rimangono aggrappati a Ochos Ríos e al ricordo di Jules Gund.Coinvolto nelle morbose stravaganze dei Gund, strappato alla moderna civiltà del Kansas e perso in un posto dimenticato da Dio, Omar, uomo senza radici e senza aspirazioni, inaspettatamente inizia a ritrovare se stesso.Quella sera dorata, piatta traduzione del lungo ma evocativo titolo originale (The City of Your Final Destination), è pura storia che si fa nostalgico percorso di formazione, meglio, di riscoperta di sé. Dalla prosa di Cameron fluisce un romanzo moderno ma che risuona in nero di seppia, popolato da personaggi impenetrabili e affascinanti: Adam, vecchio omosessuale che deve fare i conti con il proprio declino e con la vita ritirata e sacrificata a cui ha costretto il giovane amante Pete; Caroline, francese dalle aspirazioni artistiche frustrate, sposata e poi negletta dal marito senza nemmeno la consolazione di un figlio; Arden, che ha consacrato la giovinezza a Jules e ha accettato il ménage à trois con Caroline. Confrontandosi con loro nella speranza di strappare l'autorizzazione a frugare nel loro passato, Omar, di origine iraniana e privo di un posto che possa chiamare «patria» o anche solo «casa», si ritrova a stendere un bilancio della sua vita: oppresso da una fidanzata dispotica per cui non riesce a essere mai abbastanza, ospite in una casa non sua e padrone di un cane non suo, legato al dottorato di ricerca solo dal tenue filo della biografia di Jules Gund, Omar si estranea sempre di più in un eden fuori dal mondo e dal tempo.Relegata in secondo piano rispetto ai questi personaggi straordinari, che si confrontano in brillanti dialoghi sfumati tra il detto e il non detto, resta proprio la figura di Jules Gund e il mistero del romanzo inedito che farebbe luce sul suo ménage con Caroline e Arden. Jules Gund rimane una sagoma vuota, un mero pretesto letterario continuamente sussurrato, su cui il lettore - in definitiva - non viene mai a sapere nulla.Pacato, delicato, emozionante senza mai essere romantico, Quella sera dorata è stato anche trasposto in una versione cinematografica con Anthony Hopkins, Laura Linney e Charlotte Gainsbourg a opera di James Ivory, che senza alterarne troppo la trama ha saputo coglierne le suggestioni e le atmosfere languide. Oltremodo consigliati entrambi.Recensione pubblicata anche sul blog La Stamberga dei lettori:http://www.lastambergadeilettori.com/...
I can't quite pinpoint what attracted me to this story, yet I found myself eager to return to it each time I had to put it down to attend to real life. It's hardly action packed, and is truly a character driven novel in the truest sense. I think that's what intrigued me; I know it's completely voyeuristic, but I loved observing the characters and eavesdropping on their conversations. My criticism is that each of the characters *felt* like characters in a story. I couldn't really lose myself in the book or feel a true connection to any one character. Even after finishing, I still don't feel like I "know" who these people really are. Something else I'm still on the fence about is how formally everyone spoke. I think that contributed to the distance I felt from the characters themselves. Other times, I thought the formality contributed to the characters' distance from each other, which I thought was appropriate, intentional, and worked well. All in all, watching their lonely, odd lives intertwine together provided welcome distraction over my Thanksgiving break. I do not, however, believe this book has universal appeal, but I'm glad I read it.
Do You like book City Of Your Final Destination (2003)?
just like peter cameron's more recent Someday This Pain Will Be Useful to You, this is an extremely sweet book. the protagonist is a rather lost 28-year-old graduate student in some university in kansas who has decided to write as his dissertation the authorized biography of a fairly obscure, recently-dead author and has received a generous scholarship for this endeavor (the caricature of academia won't be lost on most readers). unfortunately, he didn't make sure, first, that the authorization was firmly in place. since the scholarship will fall through the moment the biography reveals itself to be unauthorized, omar goes to uruguay on a quest to obtain the writer's executors' authorization.cameron does the comedy of manners skillfully. the characters, all of whom spend most of the book in close proximity with each other and no other humans around, are tender and hilarious, especially omar and the deceased writer's surviving elderly brother, a crusty old man with no patience for foolishness and a lust for good scotch, good fun, and cutting people down. adam may well be the best character of the book, and worth the novel's weight all on his own. cameron, i think, nails the sadness, cunning, and childish guilelessnes of a certain stereotype of old queer, and i love him for it. there is something a bit unfinished about this book. deirdre and arden could be better fleshed out (this would also lessen the threat of misogyny). the story of the dead writer and of the sumptuous, isolated, decaying mansion his survivors are left to share could be made to play a more meaningful role. but the novel's delights remain -- mostly, as i said, in a certain unguarded, unqualified sweetness that seems to me rare in contemporary fiction, especially by male authors. as the title suggests, this is a bit of a fairy tale cast in realist modern settings, and, convincing or not, it makes for a good, heartwarming ride.
—jo
Una lettera fa da apripista a questo romanzo, una lettera che cambierà i destini di molti personaggi.Questo romanzo di Peter Cameron si snoda intorno alla figura di Omar Ranzaghi, di origini iraniane che vive nel Kansas e che decide di scrivere la biografia del compianto Jules Gund, uno scrittore il cui unico libro ha avuto un grande successo. Una biografia che lo porterà a Ochos Rìos, in Uruguay e che scatenerà molti dissidi tra la moglia Caroline, pittrice fallita, Arden, l'amante che per una strana ragione che Cameron non spiega, vive sotto lo stesso tetto della moglie, Adam, il fratello di Jules, che vive una vita di rimpianti. Cameron si rivela abile a delineare i personaggi, a descriverli, ma purtroppo, questo libro non ha fatto breccia nel mio cuore.Un romanzo intessuto di dialoghi che ruotano intorno allo stesso tema: i parenti di Jules Gund daranno il consenso oppure no alla biografia?Mi dispiace S.gr Cameron, ma questa volta non ci siamo.Attendo di vedere il film di James Ivory e a risentirci, forse...
—Simona
Mr. Cameron creates a world filled with brilliant dialogue, intriguing characters, compelling moral and personal dillemas with clear prose and a firm sense of purpose. I could say that the book's end is too neat. Everything is resolved satisfactorily; the moral issues are resolved and the characters are living rewarding lives. But I do not want to nitpick. Mr. Cameron captivated me from the start and I did not regret being his prisoner. I long to read works that are well crafted, filled with dialogue that propels the story while bringing out loud chuckles to the reader. Bravo to Mr. Cameron for creating this masterpiece of contemporary fiction.
—Robert