Potete trovare la recensione anche sul mio blog: http://lasoffittadiamelia.blogspot.it...Come sempre, la traduzione italiana è riuscita a uccidere il titolo dell'opera, sebbene le differenze che intercorressero riguardo i titoli precedenti fossero abissali. Infatti, qui ci si sbaglia di poco: "Brillance of the Moon" è infatti il titolo originale.Parlando dell'opera in sé, mi ha lasciato quell'amaro in bocca che avevo cominciato a percepire durante la lettura del secondo romanzo, accrescendo alcuni lati positivi ma distruggendo buona parte del buon lavoro che si era fatto con i personaggi principali. Andando per gradi, ma neanche troppo, "L'ultima luna" è una buona storia, un buon romanzo, piacevole e comunque da leggere; eppure ancora non riesce a raggiungere un livello leggermente più alto, a fare il salto di qualità.Presenta molti pro e molti contro. Procedendo secondo l'ordine della lettura si può evincere subito la capacità di dimenticare alcuni dettagli, oltre darli per scontati, dell'autrice. Si parla di magiche creature, del presagio dell' houou, "un uccello sacro della leggenda, che appare in epoche di pace e giustizia." Peccato che non compaia mai e forse questo dovrebbe far riflettere poiché in verità, a mio modesto parere, la storia di sangue e guerre che si svolge in questo Giappone feudale, non arrivano mai alla pace che invece viene descritta nel libro e di cui Takeo si fa portatore. Presto ne scoprirete i motivi.La storia si rivela essere contorta e tocca molteplici tratti, senza però approfondirli nella loro maniera più completa e sorvolando sopra ciò che io ho ritenuto essere una parte assai importante, come il diritto delle donne e la presenza dei morti, onorati senza pianto ma che all'interno delle righe tornano più volte come spettri. Per esempio il dibattito tra le religioni diviene parte di questi scontri di idee, come l'apparente odio che la casta sociale elevata nutre per gli Occulti, coloro che predicano che anche il più grande signore è uguale al contadino e così anche dopo la morte. Di questo, risente molto il personaggio di Takeo, apparentemente sospeso tra due mondi, diviso tra l'essere il Nobile Otori e condottiero, e la sua origine di Occulto, chiedendosi se i suoi atti sanguinari siano poi la sua condanna. Proprio il personaggio di Takeo si rivela essere una sorta di palloncino gonfiato o forse un vittima dell'autrice stessa. S'incarna come portatore di pace ma ciò che compie, oltre le normali battaglie che ogni lettore si aspetta, sono i massacri immotivati che lui mette in atto e che seppure non per diretta mano sua, porteranno alla morte di molti innocenti. Tra questi i bambini, di cui Takeo stesso, voce narrante del libro, sostiene essere pietoso e affezionato: eppure eccolo che prende li prende in ostaggio, li minaccia di morte, li fa andare in battaglia, ne provoca indirettamente il decesso mettendo la Tribù dei Kikuta alle strette, ed è anche grato quando un terremoto uccide le donne e i bambini degli Otori traditori e rimanendone sollevato, dato che altrimenti avrebbe dovuto ucciderli di persona. "Il mio scopo era sradicare un male, non terrorizzare la gente." - Takeo.Il personaggio principale si fa portatore di tanti buoni propositi ma non ne porta a compimento nessuno, senza contare come sia anche un bugiardo capace di rinfacciare i torti agli altri senza guardarsi allo specchio. Sebbene, il comportamento classista e da guerriero che assume, che ben incarna i precetti del mondo in cui si muove, lo permea in maniera quasi definitiva, al medesimo tempo riesce a dimostrarsi pietoso. Non negherò che a volte si è accaparrato la mia simpatia, come il suo rispetto per l'intoccabile Jo-An sia stato una ventata di novità all'interno del sistema sociale che affligge la storia.Nonostante questo il personaggio di Takeo risulta pieno di contraddizioni ma non in senso particolarmente positivo: eccolo che si fa signore della morte, per giunta coi nervi a fiori di pelle, e poi come un angelo carico di pietà e bontà. Peccato che non riesca neppure a incarnare un anti-eroe ma solo un finto eroe con sdoppiamento di personalità o una mente confusa. Altro dettaglio del tutto non approfondito è la sua relazione con Makoto, monaco suo amico, con cui però nel primo libro intrattiene la relazione di una notte. E quindi nulla si saprà mai della bisessualità di Takeo, un argomento del tutto lasciato a morire.Kaede, grande eroina femminista nel secondo libro, non prede del tutto il suo cipiglio seppure dalla sua bocca escano delle frasi che riescono a rovinare il personaggio in poche e semplici mosse. Non la si vede quasi più combattere e l'unico atto, seppure poi porti alla sua cattura, degno di nota è quello di recarsi dal Nobile Fujiwara per sapere delle sue sorelle, marciando in preda all'ansia. Da donna forte e indipendente, eccola divenire la mogliettina di Takeo, terribilmente desiderosa di dargli un altro figlio o di sventolare al mondo intero il fatto di essere la moglie del Nobile Otori. Nonostante questo, oltre qualche dimostrazione di superficialità, rimane uno dei personaggi che non subisce uno stravolgimento in negativo riprendendo la sua forza durante la sua prigionia e isolamento forzato. I personaggi femminili, oltre la nominata Yuki, sono quasi assenti se non per Shizuka che si rivela essere uno dei personaggi più interessanti dato che soggetta a un cambiamento e una crescita interiore a cui però viene dedicato un solo capitolo. Altra pecca è continuare a non sapere molto del suo rapporto con Arai e gli altri uomini della sua vita. Alcuni vecchi personaggi ritornato come Muto Kenji e Kondo ma non riescono a prendere particolare rilievo, tranne il secondo da me nominato ma che non avrà futuro nella storia. Tutt'altro si può dire per Fujiwara, uno dei pochi antagonisti che presenta un vera personalità. Uomo freddo, dalla sessualità strana e perversa, eppure distaccato. Un personaggio composto di atteggiamenti, parole e gesti che si rivelano essere pieni di tratti oscuri. Nonostante il poco tempo in cui il Nobile calca la scena, tutto ciò riesce a trapelare alla perfezione al punto che sono certa di poter affermare che avrebbe meritato molto più spazi e apparizioni.Eppure qualcosa spinge a leggere, qualcosa risucchia all'interno di questa storia. Che sia il pomposo ambiente e le leggi così difficili da comprendere per chi vede il tutto con un ottica europea e moderna? O forse il richiamo delle eroiche battaglie?Proprio parlando di queste, anche qui l'autrice cade in fallo. Le vere scene in cui i combattimenti e le guerre sono narrate, si riducono in brevi tratti i cui pensieri di Takeo fanno da schermo a ciò che accade: tutto viene sommerso dalle sue parole interiori e infine la scena della sconfitta di un nemico si riduce a poche sintetiche righe: "Quando Nariaki cadde in ginocchio, Jato s'abbatte di nuovo su di lui e la sua testa rotolò ai miei piedi, con gli occhi ancora colmi d'ira e la bocca sbavante." Una descrizione molto forte e che di certo non smentisce le aspettative che il lettore si è fatto, eppure non narra d'altro, escludendo il cozzare delle spade e i gesti compiuti, gli atti precedenti.Anche le scene di sesso lasciano a desiderare, soffocate da una scrittura simile a quella di George R. R. Martin, un punto di vista che ricorda quello di un maschio rude e forte che non si sofferma sui dettagli: "Appena la penetrai, la sentii fremere, già vicina al piacere supremo, e presto i nostri corpi e i nostri cuori si fusero assieme. Dopo giacemmo a terra [...] "Infine "L'ultima luna" è un romanzo che cattura nonostante tutte le mie parole possano suggerire il contrario. Qual'è allora la chiave della storia? Il giocare degli eventi. Ogni singolo capitolo non si rivela mia vuoto ma accade sempre qualcosa che spinge il lettore a proseguire, anche la trepidazione della battaglia successiva, la girandola di eventi finali che culmina con l'apparente pace seppure l'epilogo lasci una nota ombrosa sugli eventi futuri. Il capitolo finale de "La leggenda di Otori" si avvale della sua capacità di portare in epoche lontane e raramente narrate, infarcendole di una sorta di magia che non rientrai nei classici canoni del fantastico, avvalendosi di un saggio uso della politica e degli inganni, del tradimento e della natura umana, così delle antiche leggi che regolavano il vivere di un mondo che appare distante.
O Brilho da Lua, publicado pela editora WMF Martins Fontes, é o terceiro livro da Saga Otori e narra a história de Takeo e Kaede, dois jovens que sofrem nas mãos do destino desde o primeiro volume da série. Em um mundo fortemente influenciado pelo Japão feudal, com todos os seus costumes e tradições, os jovens estão no centro de uma disputa pelo poder e enfrentam tudo apenas para permanecerem juntos.Ao final de A Relva Por Travesseiro, Otori Takeo e Shirakawa Kaede finalmente se reencontram e parece que tudo está correndo da maneira certa, apesar das tentativas de assassinato sofridas por Takeo por membros da Tribo. Eles se casam às pressas, mesmo com todos aconselhando prudência aos jovens, mas o amor e o desejo que sentem um pelo outro impedem que vejam as consequências que esse casamento pode trazer ao casal. Após o casamento, Takeo assume de vez a descedência Otori e junto de Kaede rumam para Maruyama, onde Kaede é a herdeira por direito, a fim de assegurar o domínio do território. Após algumas batalhas contra alguns dissidentes, o casal consegue se instalar e reconstruir Maruyama.Os documentos da Tribo que foram deixados por Shigeru são de grande ajuda e permitem que agentes da organização sejam punidos, porém a perseguição de Takeo a essas pessoas, assim como a maneira como ele se relaciona com lavradores e párias, é vista com maus olhos por alguns nobres de Maruyama. Essa situação gera um clima de desconfiança e o jovem não vê a hora de partir para reconquistar Hagi, o lar ancestral dos Otori, agora nas mãos dos primos corruptos e traidores de Shigeru.Kaede é, durante a primeira metade do livro, ofuscada pela presença de seu marido. Como já foi dito na resenha anterior, o livro é contado por Takeo através de suas memórias, por isso a diferenciação entre as narrativas, primeira pessoa para o jovem Otori e terceira pessoa para Kaede. Então, o fato de eles estarem unidos faz com que o ponto de vista apresentado seja apenas o de Takeo. Para suprir essa ausência, temos o ponto de vista de Muto Shizuka, a ex-acompanhante da senhorita Shirakawa e membro da Tribo, uma grata surpresa e uma bela adição a história. Em o Brilho da Lua, Shizuka está cada vez mais dividida entre sua obediência para com a tribo e sua lealdade à Kaede.Na segunda metade do livro, quando seu marido parte em uma missão importante, Kaede reassume a função de narradora. Para mim, que gosto da personagem, foi um alento logo transformado em angústia, pelo que o destino reservou para a jovem mais bonita dos Três Países. Takeo, por outro lado, mesmo dividido entre a sua criação entre os Ocultos e a sua atual situação entre os nobres, só pensa na vingança contra os assassinos de Shigeru e no que fará após isso quando tiver que confrontar Arai Daiichi, o senhor do restante dos Três Países. Será que uma aliança pode ser arquitetada? Enquanto isso, Shizuka e Kenji, antigo tutor de Takeo, discutem o futuro da Tribo, mas uma tragédia se abate sobre eles.O Brilho da Lua é o romance mais frenético e angustiante que já li. Quase toda a sutileza dos volumes anteriores é abandonada em prol da ação e reviravoltas, que me deixaram boquiaberto e sem acreditar que aquilo realmente aconteceu. A autora Lian Hearn merece todos os elogios por ter encerrado o ciclo principal da Saga Otori de maneira primorosa, me fazendo ler as últimas duzentas páginas de uma vez adentrando a madrugada e sem conseguir parar de virar as páginas mesmo tendo que acordar cedo no dia seguinte.Por conter mais cenas de ação, O Brilho da Lua perde um pouco da poesia e suavidade encontrada nos volumes anteriores, porém, em contrapartida, ganha em ritmo e velocidade de leitura. A sexualidade, algo explorado também nos dois primeiros livros, é tratada abertamente aqui, principalmente a homossexualidade entre os guerreiros, algo comum a todas as civilizações. Para saber o que acontece após o fim de O Brilho, mais precisamente dezesseis anos após o seu fim, precisamos aguardar o lançamento de The Last Cry of the Heron (ainda sem nome em português) pela Editora WMF Martins Fontes, mas, enquanto isso, podemos acompanhar o que aconteceu antes, dezessete anos no passado em A Rede do Céu é Vasta.Ao terminar um livro estamos tão empolgados com a história que dizemos, algumas vezes levianamente, que aquele foi um dos melhores que já lemos, que irá marcar a nossa vida para sempre. Porém, posso afirmar de maneira categórica que A Saga Otori sempre terá um espaço especial nas minhas recordações literárias. Espero que vocês possam ler e sentir o mesmo que eu senti.Resenha assinada por mim para o site INtocadoshttp://intocados.com.br/index.php/lit...
Do You like book Brilliance Of The Moon (2005)?
This is a trilogy that has been sat on my shelves for years. I read Across the Nightingale Floor when I was a teenager, I can’t remember when I read it first but I then bought the sequel Grass For His Pillow straight after and I never finished it. Then, much much later, I found the third and final book in a charity shop and bought Brilliance of the Moon. Again I tried to reread the series but never finished. I made it my mission this year to do it. I was not putting it off again. So I decided to marathon it. No excuses.It’s not that I didn’t enjoy the series. In fact, it was the opposite – I loved this series. I think why I never finished it the first time round was how many characters there were. Every time I picked up the next book it was like trying to reremember everything. It is definitely a trilogy to marathon.The story focuses on Takeo, an orphan boy from a remote village in a fictional world with similarities to Feudal Japan. He is adopted by Lord Otori from the Warrior Class. He is taken from his quiet life into a world of intrigue. But Takeo’s past is not as it seems, he has unique gifts, gifts that make him a desired assassin. When Takeo is claimed by the mysterious Tribe, he has to chose between the families who have a hold on him. From the other perspective we have Kaede, a young girl, a hostage of a warrior lord. She is sent to be married, but Kaede too is hiding secrets. Desiring her is deadly. When Takeo and Kaede meet, there already twisted fates collide.It’s hard to describe a trilogy without any spoilers. Each new book brings with it new challenges and each is a fresh new story. It sits well as a series. The tension is pumped up with each new installment.Taeko and Kaede are great protagonists in their own right. They both raise issues in society still relevant today – gender, religion, class. It is done in a way that doesn’t feel preachy and it develops with each book.It is sometimes a tragic story and it’s beautifully lyrical and has that air of a Japanese painting. It is elegant and indulgent in a good way. There is a great sense of place to the story and the world building is rich and detailed.This was worth the wait. I’m glad I finally finished it.
—Jodie
Atas nama..Kekuasaan..Arai dan Takeo..kawan seperjuangan kala melawan klan Tohan..harus menjadi lawan yang saling berseteru..tujuannya; yaa apalagi kalau bukan kekuasaan..siapapun pemenangnya akan memiliki 3 wilayah kerajaan ini.. Balas dendam, perjodohan yang dilakukan demi mempererat persekutuan, dan pertempuran mewarnai kisah dalam seri ketiga ini...ada kisah cinta Takeo dan Keade yang lagi-lagi mendapatkan masalah karena Lord Fujiwara adalah salah satu penyebabnya..
—Michiyo 'jia' Fujiwara
Kaede, Takeo, and the Three Countries, round 3: the lovebirds have been successfully reunited and have even gone so far as to marry despite the advice from nearly every single person who knows them that this is kind of a stupid move, politically speaking, and will probably get them both slaughtered, and would it really hurt to try to arrange this diplomatically? (Apparently they both consider that it would be a tragedy to wait even long enough to try to talk Arai--their mutual overlord--into being amenable to letting them make the match that he was originally encouraging anyway, even though going ahead without his blessing will certainly bring his wrath down upon their heads.) With that, it's now time to march off to war in a bid to claim both their inheritances. Without the support of basically anyone of any rank or military strength because they've pissed all those people off by insisting on getting married NOWNOWNOW.It's actually, in its own way, totally believable because they're so young and inexperienced, and they're clearly still in that stage of their lives where infatuation equals true love and of course true love conquers all. That doesn't comfort me a great deal. It just makes me want to smack them upside the head and tell them both that if they really want to rule their respective domains they need to grow the hell up.I continue to have much the same reaction to our hero and heroine as I had in the first two books. They're both interesting characters, although Takeo perhaps might be starting to get more interesting than Kaede, but they're just not interesting together I remain unconvinced by their romance. It's not developed nearly enough to make me care, or feel like it rings true. I feel like the author is trying to sell me on some sort of predestined true love at first sight, and I'm just not buying. The writing does not support it.Honestly? I thought from the beginning that we were going to find out that Kaede had Tribe blood too, and that something about that would explain the swift and overpowering connection, among other things. Blood calling to blood, or something like that. If this is the case, it's never revealed. Too bad; "we have a magical connection" is still a little thin, but it would have been better than what did happen.Besides that, I begin to be somewhat underwhelmed Kaede herself. We are told, multiple times, that she's quite capable and can handle herself in a fight, and that she's as intelligent as any man, and etc. We've seen this in various ways in the previous two books, to some degree, but here all her power and agency is removed. When she is with Takeo and his army, she finds a nice quiet safe spot away from the battlefield rather than engage. She wears armor and carries a sword, but is still extremely passive. When she is kidnapped, of course steps are taken to contain her, and I accept that she can't magically make them go away, but neither does she seem to have any inclination to so much as think about what she can do to help herself. She accepts her situation with dignity and waits for Takeo to come rescue her. It's disappointing to have her built up as this intelligent, independent person and then see her just give up and become a princess in a tower. Maybe it's a cultural thing, but... If that's the case, I'd expect her to take it the same way she's taken all the cultural restrictions on women of her class. Chafing, rebelling, trying to find the way in which she can fulfill her own needs while maintaining a low profile. She does none of this during her captivity. She just sits and waits to be rescued.There are other writing decisions I question, too. Shizuka, Kaede's former maid and spy for the Tribe, shows up as a point-of-view character when previously we've only seen through Takeo's and Kaede's eyes. She's used twice or three times, and I can't figure out why. Her chapters add nothing to the story whatsoever; everything we find out there, we could have learned from three lines of dialog or so in the other chapters.And can we talk about antagonists for a second? Arai is the best of them: complex, intelligent, keeping the reader guessing as to his motivations and intentions (in a good way!) even though we don't see much of him in person. The Otori lords, though, continue to be cardboard cutouts of power-hungry warlords even when we meet them in person. Fujiwara had been somewhat intriguing in Grass for His Pillow, but here he reverts to a flat personification of greed. We have to deal with him, because he's one of the big reasons that Kaede and Takeo's marriage was so ill-advised, but it would have been nice to have a little more depth there.The book winds on, through captivity and war and separation, until finally the author reaches a point where she needs to wrap things up. Problem: her characters are trapped in what seem irresolvable situations. They have not the resources nor the power to free themselves for the happily-ever-after. What's an author to do? Introduce a nice, convenient dose of deus ex machina (more or less). ...Right.I mean,it's not like everything winds up perfectly, at least. But the most insurmountable problems the characters face are just sort of swept aside instead of actually being dealt with.It's been fun, at times, but I'm just done with this series.
—Sara