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A Journey To The End Of The Millennium (2000)

A Journey to the End of the Millennium (2000)

Book Info

Genre
Rating
3.82 of 5 Votes: 2
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ISBN
0156011166 (ISBN13: 9780156011167)
Language
English
Publisher
mariner books

About book A Journey To The End Of The Millennium (2000)

Ogni volta che prendo in mano un nuovo romanzo di Abraham Yehoshua, già so che è come se stessi per infilarmi sotto le coperte per ascoltare una bellissima favola. E in questo caso in modo particolare, perchè si sta parlando di un viaggio su un antico veliero arabo attraverso il mondo medioevale tra Andalusia e Impero, in quel bocciolo pronto a fiorire che è il mondo dell'anno mille. Respiriamo qualcosa di fiabesco nell' aria mentre accompagnamo il mercante giudeo Ben-Atar in un pericoloso ma esaltante viaggio lungo le coste dell' Atlantico e poi risalendo la Senna, mentre cerca di ricucire la frattura all'interno della sua proficua associazione commerciale, che trasportava prodotti dal deserto alla Francia capetingia. La bigamia contratta da Ben-Atar nella sua nuova casa nel Maghreb, cosi naturale e scontata per la comunità islamica che lo ospita, suscita scandalo nelle terre cristiane dove il socio e nipote Abulafia vende i prodotti nordafricani. L'atmosfera culturale cristiana contagia Abulafia e la sua famiglia nonostante siano ebrei; ciò che in Andalusia è normale, in Europa porta turbamento, rancore e frattura tale frattura porta alla separazione volontaria dalla associazione commerciale, e solo l'autorità dottrinale di un Rabbino, al cospetto delle due mogli di Ben-Atar potrà decidere della legittimità di questa decisione, ricomponendo o meno famiglia e società. Ma niente risulterà facile come sembra, e quella contro il terribile ed ancora invitto oceano sarà la più semplice delle battaglie: occorrerà vincere la difefrenza culturale tra religioni, tra nord e sud, la differente sensibilità femminile che se da una parte si sente onorata da un amore raddoppiato, dall'altra è terrorizzata dalla possibilità del vilipendio...si arriverà ai confini della Lotaringia e della grigia e fredda valle del Reno per avere una risposta definitiva. Ecco dunque che la vela latina del mercante arabo Abu Lutfi, socio di Ben Atar ed Abulafia, si stende anche verso un incontro problematico e quasi irrisolvibile tra le tre grandi religioni monoteiste che cominciano proprio qui la loro millenaria storia di scontro ma anche di affannosa ricerca, come se non potessero vivere l'una senza l'altra. Ma si stende anche verso l'appassionata femminilità delle meogli di Ben-Atar e di Abulafia, il cui incontro con il pensiero della bigamia sviluppa da un lato un sentire tanto più complesso e personale, dall'altro riempie tutto il romanzo di una vibrante sensualità senza che per questo si scada mai nel volgare. E penso che in questa molteplicità di livelli di lettura del viaggio stia il bello di questo grande romanzo di Abraham Yehoshua, che riproducendo la vividezza dell'immaginario che già avevo incontrato nel "signor Mani", passa attraverso l'affresco storico, l'intreccio del viaggio avventuroso, la digressione dottrinale, per arrivare alla letteratura erotica. Tutti questi aspetti riescono a fondersi insieme in un'unica rappresentazione, che è poi quella di sempre: dell'umanità nella storia. Ebraica in particolare ma che diventa subito universale. Sia nello spazio che nel tempo. Se pensiamo infatti alle pagine nere del terrorismo islamico e delle "guerre preventive"; alla presa di coscienza del mondo femminile nei paesi arabi che corre parallela al dilagare degli omicidi di donne in Europa che ha fatto nascere la terribile parola "femminicidio"; si vede ancora una volta quanto l'uomo dell'anno mille sappia parlare anche dell'uomo dell'anno duemila; la grande letteratura sa essere sempre attuale e arrivare al punto in ogni momento in cui la si inquadra. E questo libro, godibile a cosi tanti livelli diversi, secondo me è un ottimo pezzo di letteratura che può piacere e far bene a molti.

Ci ho messo quasi un mese a finirlo, nonostante il volume non sia poi così consistente.E' un libro... denso.Il libro narra le vicende di una ricca società di mercanti, composta da due ebrei (zio e nipote) e un arabo originari di Tangeri. Il nipote è fuggito in Europa, e qui ha trovato un mercato fertile per gli oggetti e le spezie acquistate in giro per l'Africa dall'arabo e commercializzate dallo zio. La società va a gonfie vele, se non che il nipote sposa una donna lotaringia, che disapprova la bigamia dello zio.La bigamia, che dagli ebrei magrebini invece è accettata come simbolo uno stato sociale molto elevato, diviene il pretesto per uno scioglimento di questa società. Lo zio decide quindi di imbarcarsi con le sue due mogli e sfidare i tribunali locali per ripristinare i suoi ricchi commerci.Da questi due spunti prende via la bellissima descrizione di un viaggio via mare e poi via fiume fino a Parigi, e di qui via terra fino al Reno... Il tutto intrecciato alle storie personali dei protagonisti ebrei, alle vicende che li hanno portati fin lì e al loro modo di osservare un mondo cristiano in grande attesa per l'anno mille."Loro non vivranno", profetizza un medico convertito al cristianesimo, riferito alle comunità ebraiche del centro Europa: la venuta dell'anno mille senza discesa del cristo in terra darà il via a una serie di sommosse e ritorsioni che noi vediamo solo profetizzate e non realizzate. Ma l'incombere dello scadere del millennio è da una parte sempre presente, dall'altra visto con scetticismo scarso interesse e scarsa partecipazione. Del resto è solo il 4k e qualche cosa per gli ebrei - e il fosco futuro non pare così pesante né preso sul serio.Il finale mi ha abbastanza deluso, si risolve in maniera frettolosa e indecisa. Questo ineluttabile anno mille sembra sparire dai pensieri dei mercanti... e tutte le vicende si strozzano, rimangono in qualche modo inconcluse.E' bello che questa è proprio una critica che l'arabo fa agli ebrei, quella di non trovare mai una soluzione finale, di non saper mai prendere decisioni reali ma continuare a ripensarle e ridefinirle... Inoltre il medioevo, che nel titolo è il protagonista, la fine del millennio, è solo uno sfondo spesso pallido, molto meno pesante sulla terraferma che nei primi capitoli sul mare...

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LMU LIbrary book list and discussion. This is far afield for me, "a novel of the middle ages" and not a current murder mystery. this is good to help broaden my reading matter.I had a heck of a time reading it. I enjoyed the professor's take on it The author as narrator in the story but a novel without dialogue. not easy for me to keep my interest. at the year 1,000. Got to hand it to the author, he has attitude. Here is a quote from The Jerusalem Post "Diasora Judaism is masturbation:, "Here" (meaning Israel "it is the real thing."I marked the "read" category although it isn't really accurate.
—Steve

This is a very well written historical novel which takes place in Europe about the time of the first millennium (992-1000 AD). It is about a Jewish sea merchant (Ben Attar), his Muslim business partner, and the merchant's nephew. Life as they know it is forever changed when his nephew's new wife objects to Ben's bigamous lifestyle of having two wives onboard his merchant ship. The author skillfully brings to life the personalities and emotions of the characters amid a time in history of slow movement, communication and conflicting cultural and religious rules. I found the book a little slow, but very well written, and a good read.
—Nanci Robertson

I almost never abandon a book partway through, but it became clear to me -- after it took two weeks to read 70 pages -- that I was fighting a losing battle this time. I don't believe in giving a star rating to books I haven't finished, so I'll leave that blank.A Journey to the End of the Millennium was a selection for a book club that I joined, so I was motivated to read it. Unfortunately, I found that I couldn't get through more than a few pages without my patience wavering and my attention wandering.Language can be used to lift the bare bones of a plot into something transporting and beautiful, but here it just bogged down in shapeless, rambling passages. The prose is plodding, utterly without personality or wit. Characters lay flat on the page, stubbornly refusing to be anything but black ink on white paper.Perhaps in its original Hebrew, A Journey to the End of the Millennium would have been a much better experience. I have no way to know how much to blame on the translation. Either way, I'm done with it.
—Ken

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