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The Year Of The Hare (2006)

The Year of the Hare (2006)

Book Info

Genre
Rating
3.62 of 5 Votes: 5
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ISBN
0720612772 (ISBN13: 9780720612776)
Language
English
Publisher
peter owen publishers

About book The Year Of The Hare (2006)

Che cosa spinge Kaarlo Vatanen, giornalista quarantenne, a raccogliere e curare una piccola lepre, della specie Lepus timidus, investita dall’auto su cui egli viaggia con un fotografo? Appare subito evidente che Vatanen sta attraversando una crisi esistenziale: il suo matrimonio è fallito, il suo lavoro gli procura solo insoddisfazione, non ha praticamente amici degni di questo nome, il cinismo e l’indifferenza guidano la sua vita. Vatanen è un uomo completamente infelice, ma non è del tutto perduto: una piccola scintilla di calore può ancora introdursi nel suo cuore, e lo fa proprio attraverso quella piccola lepre, che diventa la sua compagna nelle strampalate e paradossali avventure che Paasilinna, com’è sua abitudine, sa organizzare per i suoi personaggi con divertita intelligenza.Felicitas parvus lepus calidus est, potremmo dire parafrasando Snoopy: a cambiare completamente l’esistenza di Vatanen è proprio la vicinanza della lepre, che non esita a rifugiarsi nelle accoglienti tasche del giaccone di Vatanen, lasciando fuori solo le orecchie pelose. Il giornalista abbandona tutto, la moglie, il lavoro, l’abitazione, i suoi effetti personali, e si dirige verso Nord, verso quelle terre fredde e desolate, ma libere, dove spesso i protagonisti delle storie di questo autore trovano conforto nella calda, generosa ospitalità locale. Unica sua compagna è la piccola, morbida lepre, la cui semplice presenza induce in Vatanen una forma di serena accettazione della realtà che non è indifferenza, ma capacità di valutare nella giusta prospettiva le ansie e le preoccupazioni che la società moderna ci costringe ad accettare: nel grande, gelido e profondo Nord niente può veramente scalfire il tuo spirito se tu ti mantieni saldo e sicuro. La satira di Paasilinna si appunta sulla società finlandese contemporanea e va a colpire molteplici bersagli: dai membri della chiesa (il pastore che ingaggia con la lepre un inseguimento per lui molto cruento) ai militari, dai fanatici della spiritualità ai funzionari di una burocrazia elefantiaca, dagli ospiti stranieri superficialmente innamorati di una Finlandia da cartolina ai più alti rappresentanti della politica del paese (gustosissimo il racconto documentato della presunta sostituzione del presidente Urho Kekkonen con un suo sosia). Ritorna anche uno dei temi più squisitamente paasilinniani: il contrasto fra il Sud e il Nord del paese, il primo moderno e civilizzato ma decadente, volgare, abitato da personaggi arrivisti, cinici, sgradevoli, e il secondo, certo freddo e inospitale, ma anche puro e incontaminato.La lepre (cui non viene mai dato un nome, non a caso) è ovvia metafora della Natura, verso cui l’urbanizzato Vatanen è spinto dal desiderio di ritrovare la serenità, la semplicità, la spontaneità, la capacità di meravigliarsi che la società civilizzata hanno ucciso in lui, e anche l’empatia con l’ambiente che molti di noi hanno perduto. Ma, avverte Paasilinna che in questo si avvicina in parte al nostro Leopardi, non bisogna farsi troppe illusioni: la Natura non è solo il pacifico e simpatico leprotto che sa scaldarci il cuore, ma è anche il diabolico corvo dispettoso che molesta il protagonista rubandogli il cibo, e soprattutto il gigantesco orso. Vatanen, che rappresenta qui l’umanità, non può non ingaggiare una titanica lotta contro il lato più oscuro e inospitale della Natura, inseguendo l’orso fino alle rive del Mar Bianco dove avverrà il cruento epilogo della storia, immaginiamo sulle note dei poemi sinfonici di Sibelius. Uno dei punti di forza dell’autore è la capacità di costruire storie che risultano quasi incredibili, ma il cui sviluppo è invero realistico e quasi necessario: la lepre è ferita e impaurita, perciò dopo alcuni tentativi di farla mangiare, Vatanen la porta da un veterinario; questi cura la lepre e spiega al giornalista le abitudini alimentari dell’animale; in seguito un guardiacaccia informa Vatanen che la lepre appartiene ad una specie protetta e quindi non può essere tenuta come animale domestico, a meno di non disporre di uno speciale permesso burocratico che il guardiacaccia non esita a redigere per Vatanen, ora autorizzato dalla legge a tenere con sé l’animale. Sarà il permesso a salvare dal finire in pentola la povera lepre in varie occasioni. Per altro Paasilinna (di cui ho letto tre romanzi) sembra giocare a mescolare gli stessi elementi (la fuga dalla quotidianità, l’amore per il mondo rurale e per le terre del Nord, il cameratismo, l’odio per la burocrazia etc.) in sempre nuove e divertenti combinazioni, trascinando il lettore con sé, fra le grandi pianure finlandesi costellate da un reticolo di laghi e foreste e abitate da bizzarri personaggi con cui è impossibile non fare amicizia! Rispetto agli altri due romanzi che ho letto, tuttavia, questo risulta più meditativo e meno brillante, anche se mai noioso.In coda al romanzo c’è una mappa della Finlandia, che risulta davvero utile per seguire il viaggio di Vatanen. L’introduzione di Fabrizio Carbone, interessante ma un po’ autoreferenziale, va letta dopo il libro.Consigliato a chi sta pensando di scappare.Sconsigliato a chi non ama gli animali.

Has a time ever come into your life when you thought of just walking away and leave everything behind? It had never crossed my mind until when I was reading this book. I think it could not totally be a bad idea. No, I am neither thinking about killing myself nor leaving my wife and my daughter. I just cannot live without them. This is about that spur-of-the-moment decision that you had enough and you want to pursue another life. You pick you bag, check your wallet and just go the opposite direction from where you were originally heading.Kaarlo Vatanen, a journalist and a photographer, does exactly like that in this book. One night, he and his colleague are driving on a highway on their way home when their car hit a young hare. Vatanen comes down and looks for it. The poor hare is injured and Vatanen decides not to go back to the car and spend that night and the many days and nights thereafter, in the wilderness. He and the hare become partners afterwards traveling together and meeting all sorts of Finnish people along the way. Arto Paasilinna (born 1942) is one of the most successful writers in Finland. This book, The Year of the Hare is his more popular work having been translated into 18 languages and was selected as UNESCO Collection of Representative works because it represents values of Finnish culture. I bought and read this because this was a 1001 book. There are many similarities between his own life and that of Kaarlo Vanaten’s. He said to have sold his boat too prior to his decision to concentrate and become full-time writer. In a way, this book is a roman a clef. He used to be a journalist and a photographer and then her realized that being a journalist sucked, so he resigned and concentrated on writing this book. Notice that his main protagonist's name, Kaarlo is very similar to his own name, Arto. The storytelling is cool yet thought-provoking. Cool because the setting is mostly in the wilderness or countryside of picturesque Finland. I have never been there but it was not hard to imagine the place because Paasilinna did a good job of describing the milieu. Aside from the hare, there are also many other featured animals. My favorites are the pesky raven and the bear that is so clever they end up crossing the communist USSR (this is a 1975 book). Vanaten and the hare are apprehended by the USSR police and they get deported back to Finland. I will not tell you the end of the story but it is light through and through like a feather floating on the wind or like a book that you read on a weekend while sitting on an easy chair. The book is thought-provoking because it is about what one really wants to do in one’s life when you get to its mid-point. Do you continue treading the same path or do you go the other way? It’s about believing in yourself that you can change even in the second half of your life. It’s about giving yourself a chance to do the things that you believe in or do the things that you have not tried. Kaarlo Vatanen teaches us to be brave and risk things that we are holding on for the things that we think are more important or things that we’ve been dreaming about all our lives. For example, when Kaarlo Vanaten starts living with the hare, and is free from daily grind (translation: rat race) he finds that ”his senses are newly sharp, his food has a taste it never had before and he is alive as he has never been in his regular life.” How I wish I could be like him. Pick this book if you love animals and wilderness. Or if you are in the mid-point of your life and asking if you need to have a career shift or something. Of if you want to read something light, cool and humorous with good insight yet not heavy or overpoweringly dramatic. Or if you are just wondering how a popular Finnish novel reads like in its English translation. My first time to read a Finnish novel and I am just blown away by it.

Do You like book The Year Of The Hare (2006)?

At times it felt as though I were reading a children's book, and I'm not sure if that was due to the translation. An interesting idea, but this book lacks something. I found Vatanen, and most of the characters he meets along his journey, to be shallow, not nearly enough character building. There were things I failed to understand, such as why Vatanen hid whilst the vicar was trying to kill his loyal companion. Also, aside from being the catalyst behind Vatanen running away, the hare seemed a little pointless, in that it didn't really do much but follow Vatanen around. Overall the book just didn't live up to the excitement with which I picked it up; perhaps I would enjoy it more, also understand it, if I read it in its original language.
—Curtis Ackie

I don't understand what is so remarkable about this book. Perhaps some things were lost in the translation or it was more meaningful in the 1970's when it was written, but it had no impact on me whatsoever. Vatanen is an unremarkable character who would be completely devoid of any connection with the reader except for his care and concern for the hare that he rescues. You follow the character around for a year of wandering, but get to know nothing of him as a person. The idea is interesting but the execution of the idea is terrible. Save your time and read something else.
—Katie

Whimsical, ridiculous, funny, a parable, an animal story...I don't know really what you'd label this novel. But one thing for sure, I love the juxtapositions within the story of the characters, values, etc. I laughed and chuckled several times...who would rescue a hare and go through all the situations the main character does. I would recommend this book to people a little off center...you know, the interesting people who don't march to the same drummer everyone else does. Cross over into this land of cold and ice to feed a hare the natural foods it deserves, rescue it from a domineering woman later found naked escaping a fire, and only to end up chasing a bear in Russia from Finland. Oh, the hilarity of it all.
—Jane Brant

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