Binx Bolling, è colpa mia o è colpa del tuo autore?Io sono una di quelle a cui basta poco per essere convinta della scelta. E in questo caso il pacchetto era piuttosto invitante: un titolo accattivante e con rimandi alla mia persona talmente evidenti che non li potevo ignorare, un'offerta praticamente gratuita, visto che il libro era della biblioteca, e un depliant accattivante: rimandi allo Straniero di Camus, una certa Ricerca che il protagonista compie, un senso di alienazione, la sua passione per il cinema che me lo fa stare subito simpatico a prescindere.E va bene, il pacchetto turistico mi convince, prenotiamo il viaggio.Tre settimane dopo circa.O due?Vabbè.Arrivo tutta contenta con i miei pochi effetti personali, mi spianano pure l'entrata nel piccolo jet privato solo per me, striscioni che rimandano ancora una a volte a tutte le meraviglie offerte dall'opuscolo. Salgo con una faccia da bambina in visita al lunapark, mi siedo nel mio posticino, tasto il luogo. Mi mettono su una musica piacevole: bello stile, sì, bello stile, rilassante, tutto filosofico, riflessivo, mi accerchiano subito dei miei futuri ospiti: Binx Bolling subito davanti che prende subito a prepararmi un bel pranzetto, e mi rimpinza con i suoi belli discorsi, tieni, tieni ancora, ma no, non fare complimenti, ed io con il bavaglino che mi guardo attorno sospettosa.- Uhm, però siamo a pagina..cos'è, quaranta? E non siamo ancora decollati, il viaggio dura 230 pagine. Non decolla l'areo.Binx Bolling mi guarda strano. - Oh, giusto l'areo che deve decollare..Cerco di guardare in fondo, al posto di comando, per vedere se Walker Percy ha intenzione di muoversi o no. Mi arriva una tipa strana, Kate Bolling, che fa mostra di se stessa in modo talmente confuso, va e viene, non si fa afferrare. Arriva pagina 60, guardo fuori dai finestrini: ancora 'sto setting in corso? Ma è possibile?'Sti voli a costo zero..lo sapevo io..No, ma devo avere fiducia.Non faccio in tempo a girarmi che mi arriva Binx Bolling con la sua forchetta piena di eventi e discorsi e mi guarda con una faccia da "noo, mangia, mangia ancora, bella di papà", e io che comincio a non trovarmici più. Io sto zitta e aspetto, mi faccio imboccare come una cagnolina sottomessa, però continuo a guardarmi in giro. Vedo di sfuggita gli eventi narrati dai finestrini, ma l'areoporto è ancora davanti a me. Non ci siamo mossi per niente. Mi stanno raccontando un mucchio di cose e nonostante tutto siamo a terra, terra terra terra. Avverto con un certo tormento confuso il fatto che gli eventi siano troppo disgregati fra loro perché possano sollevare questo dannatissimo aereo, Binx Bolling all'improvviso non mi piace più, così nebuloso anche lui, insieme alla sua Kate Bolling, e tutta la schiera confondibile di parenti e non. Parlano parlano e non riesco ad afferrare la loro concretezza, come persone, personaggi anche "solo". Sembrano immagini vacue, confuse tanto quanto la successione di eventi. Sono lontani, lontani. E ancora a imbottirmi, rimboccarmi di riflessioni raffinate, intelligenti ed eleganti. Cosa devo fare? - Maaangia, bella di papà, mangia. Vero che è buono, eeeh? vero che è buono? A momenti pressa persino il mini-tavolino in pancia, ora vomito. E mi guarda e non smette di parlare un secondo ed io comincio a guardarlo un po' stizzita. Guardo il posto di comando, sembra tutto in fermento ma io continuo a vedere l'areoporto fuori, eh, noi non siamo veramente in mezzo alla storia.Cos'è, una truffa?OOOOH, MI PRENDETE IN GIRO?Mi sto guardando intorno e lui mi rifila di nuovo le sue pappette in bocca e mi costringe quasi a mandare giù, mi sporca il viso, e oddio basta quanto mi volete far mangiare? volete mandarmi al macello o che cosa?! - EEEEEEEEEEEE BASTA!, prendo il tavolo da sotto e lo butto per aria, il cibo finisce in faccia a Binx, che mi guarda strano, a bocca aperta con tutto il cibo che gli cola sul viso. - L'aereo. non. sta. decollando. Non è un viaggio se l'aereo non decolla, non è un vero viaggio, è un viaggio artificiale.- Viaggio.- Viaggio.- Viaggio.- Basta ripetere viaggio.Mi mette una mano sulla coscia.La guardo perplessa, parte una manata. - Ma che cazzo fai, è proprieta privata. - Non sapevo più che fare per convincerti.- ..Binx Bolling, la vuoi sapere la verità? Il tuo padrone non mi convince. Mi sta raccontando una storia valida, forse, ma davvero, siamo arrivati a pagina 180 e tu non sai più che fare per riprenderti la mia attenzione. Mi parli, mi parli e mi parli, mi fai ingurgitare i tuoi raccontini su eventi così..non lo so, distanti, capisci? Distanti, inafferrabili, io non vi sento. Nessuno di voi. La tua Kate Bolling, vuoi che ti dica cosa ne penso? Penso che è troppo lontana, anche lei è troppo lontana come te. E' una di quelle disperazioni a tratti comprensibili e a tratti, tutto quello che vuoi, ma..non cifrabili, Walker Percy è interessante, è indubbiamente intelligente, ma..ma non è quello che io definisco un narratore coi fiocchi. Siete tutti così lontani, e la storia è così disgregata nel suo essere, così inconcludente, così astratta, così annebbiante con tutte le sue parole e le sue poche concretezze che io non riesco più, Binx. Non riesco più a starvi a sentire come si deve, ormai le vostre parole non hanno la mia attenzione. Binx Bolling mi guarda duramente, sembra ostile..e mi parte il senso di colpa. Io mi alzo a disagio, non riesco ad essere del tutto arrabbiata, solo solo così piena di L'uomo che andava al cinema che me ne voglio solo andare, non mi interessa più, non mi interessa di Binx, non mi interessa di Kate, non mi sono sentita né dentro di loro né attaccata a loro, vicina. Stavo solo pensando che riuscivo a sentire l'afa di 'sti giorni e che ero più qua che di là, e soprattutto che ormai volevo vedere la fine, qualunque fosse, così potevo scendere da questo aereo messo per bellezza, e tornarmene a casa mia, ché ho altri viaggi pronti in libreria.Sto scendendo le scale dopo aver strappato via il bavaglino, Binx Bolling mi guarda sulla soglia, all'improvviso davvero incazzato. Ecco, ce l'ha con me. Lo sapevo che sarebbe accaduto.Non hai capito niente, mi dice, mentre io gli volto le spalle andandomene confusa e sconsolata.Mi giro insicura, come mi capita poco raramente in questi casi. Mi faccio all'improvviso arrabbiata. - Io non so se ho capito poco o vi ho proprio frainteso, ma sai a che sto pensando adesso, eh, Binx?Alza le spalle, e come fa a saperlo.- Che mi dispiace tantissimo per Yates, per quel National Book Award che non ha vinto, superato da te, uomo che andava al cinema. Perché per me ti è superiore in realtà, lui sì che ha confezionato un aereo capace di decollare. Era tutto così reale, ma capisci che il motore c'era? Il motore della narrazione? Quando ero là, non vedevo l'areoporto, vedevo la loro Revolutionary Road, vedevo la loro interiorità, ero con loro, ero persino dentro di loro. A me fregava di April e Frank, e mi frega ancora adesso. Di te non mi frega niente. Mi guarda interdetto e arrabbiato. Quei Wheeler? Di nuovo?Me ne vado, mi urla dietro che io non ho capito, non ho capito e che giudico male, ed io per un attimo mi sento sopraffatta dalle sue grida, però tappo le orecchie e ripeto fra me e me "non ti può piacere tutto, non ti può piacere tutto".
It's probably not worth mentioning, because the book hits upon it quite directly many times, but in the interest of mentioning something, anything, at all, of saying something even if it does not need to be said, I will point it out anyway: this book is about trying to feel alive amidst the everydayness of it all; or should that be e-ve-ry-day-ness, the word expounded in a tired, bored manner.It seems to me a precursor to postmodern novelists like Pynchon and DeLillo, in its emphasis on the fictional that seems very alive (the movies) and the real that seems very dead (the everyday).The protagonist at one instance points out how often when he is talking to people he is suddenly aware of how everyone is dead and I think this is because whatever they talk about is not framed in any way, is not plotted out, not meaningful within a bigger picture. As opposed to the movies, that is, and of course this is the curse of those movies, a curse not often enough acknowledged among the banter of violence and pornography and blah blah blah... they make life boring by comparison. Binx, the moviegoer, makes this clear early on:Other people, so I have read, treasure memorable moments in their lives: the time one climbed the Parthenon at sunrise, the summer night one met a lonely girl in Central Park and achieved with her a sweet and natural relationship, as they say in books. I too once met a girl in Central Park, but it is not much to remember. What I remember is the time John Wayne killed three men with a carbine as he was falling to the dusty street in Stagecoach, and the time the kitten found Orson Welles in the doorway in The Third Man.I am reminded of Tom McCarthy's novel Remainder, in which the protagonist's every action starts feeling fake and unreal after he witnesses the perfect way in which De Niro opens and closes a fridge on-screen. I have a similar feeling sometimes, an acute awareness, that everything I consider important in my life is a second-hand experience at best, a narrative already distorted by its narrator, a happening already distorted by at least one lens. It makes me feel like I can never get at the heart of it all (whatever "it" is), or, as Ezra Furman sings in one of his songs: "There's a song at the heart of it all and we all try hard just to write it down but you can't write it down."All of that of course being slightly tangential, a personal message to make you feel this "review" (a horrible word to tack onto art) is not written by an automaton - as will soon be the norm I'm sure.The moviegoer is always on "the search", a search for, as Percy himself notes somewhere, "a heightened aura of reality". He describes the search as "what anyone would undertake if he were not sunk in the everydayness of his own life", so yes, heightened, and in that way it is almost religious. Unsurprisingly then, he hits upon the question of God not much later (we are still in the very beginning of the book here) and points out that everyone in America either believes (98%), or is atheistic or agnostic (2%): everyone has made up his mind. There are no seekers.This is one of the curious things about this little book: the theoretical framework is pretty much set up after the first 30 pages or so, and only then the narrative - which is not really a narrative - kicks off Binx's wanderjahr only to prove the points that have already been hammered home. He wanders around aimlessly, his indecision and insouciance in stark contrast to his clear philosophy of life, while at the same in accord and harmony, not truly paradoxal. There is something defeatist in Binx from the beginning, a sense that the everydayness is all-encompassing, a map covering the whole of the territory. It is an everydayness that could easily veer to become the spectacle or even a form of chronic depression (in his girlfriend Kate's case).. depending on your angle.The biggest and most interesting paradox is that Binx is wandering, struggling to crawl out from under that map that covers his territory, only to become anxious when he does. He is constantly scared of becoming unstuck in time and place. This is why he has to talk to someone at the movie theater before the show, in order for the film not to be one which "might be shown anywhere and at any time". Or why he wants to know the history of Chicago's train station - "who built the damn station, the circumstances of the building, details of the wrangling between city officials and the railroad" - when he arrives there. It is, of course, not really a paradox, more the bind of modern times, caught between the devil and the deep blue sea, as they say.; caught not just between everydayness and oblivion, but also within the further realization that they are essentially one and the same thing. And out of this conflation of the two comes the apathy, the defeatist attitude, the aimless wandering around. It could never have been any other way.
Do You like book The Moviegoer (1998)?
In the running for the 1962 National Book Award -Joseph Heller for Catch 22Richard Yates for Revolutionary RoadJ.D. Salinger for Franny & ZooeySomehow, Walker Percy's The Moviegoer won. So, I read it.I guess it kind of redeems itself towards the end, but for much of the first 100 pages or so, it was filled with sickening Southern witticisms and references to by-gone nonsense. Too much about the "malaise" and the "genie-soul" - which means what exactly?And, what kind of grandiose shit is this? -"This very evening, no doubt, he has had an excellent meal at Galatoire's, and the blood of his portal vein bears away a golden harvest of nutrient globules"? No. No. No.
—Mike
The Sacramental Kiss of a Bloody FingerBinx Bolling marries Kate Cutrer, even though a bystander, much less the Cutrer family, would not have suspected these two were in love. The Moviegoer is the strange story of one week of Binx’s life, on the eve of his thirtieth birthday, which happens to fall on Ash Wednesday. Binx is searching for something in life, but for what he is not too sure. He is just a normal guy living in Gentilly, a New Orleans suburb, with a normal stockbroker job in a fine off
—Matt
This is one of my top three favorite novels, perhaps number one. I've read it three times. The first time I liked it very much. The second, it was still good, but I think I enjoyed it most on the third read, probably because the characters, language, and themes still held my interest but I was better able to appreciate the structure of the novel.This novel is not what I would call "plot-driven", but rather it is "theme-driven". If you only like page-turners with exciting plots, this is not the novel for you. However, if you can do without a coherent plot-thread but appreciate wit, good writing, and existential themes, then you might appreciate this one!
—Daniel