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The Hair Of Harold Roux (2011)

The Hair of Harold Roux (2011)

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Genre
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3.82 of 5 Votes: 2
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ISBN
160819583X (ISBN13: 9781608195831)
Language
English
Publisher
bloomsbury usa

About book The Hair Of Harold Roux (2011)

Nel 1975 Robert Stone con Dog Soldiers e Thomas Williams con The Hair of Harold Roux si divisero il National Book Award. Ma, mentre il romanzo di Stone è entrato nel canone degli accademici statunitensi e nella lista stilata dal Times dei migliori cento romanzi pubblicati dal 1923, il romanzo di Williams e Williams stesso sono stati dimenticati quasi completamente. E pensare che Williams è stato il mentore di scrittori del calibro di Andre Dubus III e di John Irving. Ad ottobre uscirà per Fazi Editore I capelli di Harold Roux, un recupero importante per chi ama la narrativa. Perché il romanzo di Williams è tante cose insieme ma, prima di tutto, è un elogio del potere delle storie e della narrativa. Oltre ad essere una novel within the novel, nel romanzo troviamo favole e racconti dentro altre storie, storie che mascherano altre storie creando un vero e proprio libro matrioska.Al primo livello c’è il romanzo di Williams, ovviamente, che parla di Aaron Benham, professore universitario e scrittore che sta cercando di scrivere un romanzo più o meno autobiografico intitolato The Hair of Harold Roux. I suoi sforzi vengono frustrati in continuazione da interventi esterni: l’amico e collega George Buck deve finire la sua tesi se non vuole perdere il posto all’università e, di conseguenza, l’amata casa, quindi Aaron deve intervenire cercando di spronarlo, dovendo allo stesso tempo combattere il desiderio che prova nei confronti della moglie del collega; la madre di un suo alunno lo chiama preoccupata perché il figlio è sparito; la moglie e i figli sono dai suoceri per festeggiare il loro anniversario di matrimonio, ricorrenza che lui, come tante altre cose, si è dimenticato, provocando non solo la rabbia della moglie, ma soprattutto un continuo senso di colpa che interferisce con tutti i suoi compiti quotidiani. Quindi all’inizio del romanzo Aaron si trova da solo davanti a questo enorme scoglio: scrivere un romanzo. Da subito capiamo che per Aaron la scrittura di una storia consiste in un’importante operazione di sistemazione di un mondo che sta perdendo il suo centro e il suo senso:“But right now it seems to him that his world, with perhaps a temporary remission now and then, is departing upon a long slide away from any sort of rational middle, like a psychotic plunging toward his bleak end.”Non può non venire in mente un famoso incipit della letteratura inglese, un incipit che ben descriveva la deriva catastrofica della vita dell’uomo moderno che, da un punto di vista letterario ed artistico, si voleva arginare cercando nuovi modi di espressione, nuovi metodi di organizzazione; l’incipit è quello de L’amante di Lady Chatterley:“Ours is essentially a tragic age, so we refuse to take it tragically. The cataclysm has happened, we start to build up new little habitats, to have new little hopes. It is rather hard work: there is now no smooth road into the future: but we go round, or scramble over the obstacles. We’ve got to live, no matter how many skies have fallen.”Aaron Benham si trova a dover recuperare tutti i frammenti, tutte le broken images che costituiscono il suo passato e il presente storico che lo circonda per poi riuscire a dar loro una forma, una sorta di apparente ordine che riesca a dare un senso all’esperienza di una vita.“Fragments. He’s got to get everything together, first, then discard what must be discarded.” Intento modernista che cercherà di attuare dando vita ai personaggi che abitano la sua fantasia. Con una bellissima metafora Williams descrive il processo creativo di Benham:“Aaron Benham has always thought of a novel, before it has taken on its first, tentative structure, as a scene on a dark plain, the characters standing around a small fire which warmly etches the edges of their faces…It is that small fire he must constantly re-create or these last warm lives will cease to live, will never have lived even to fear the immensities…around them.”A prendere vita in quell’oscura pianura è Allard Benson, suo non troppo mascherato alter ego, ventunenne studente universitario sprezzante del pericolo, impaurito dalla gioia che la violenza sembra a volte provocargli, giovane colmo del suo futuro e di infinite possibilità. Questa “vita in potenza” sembra essere il motivo principale che spinge Aaron a scrivere della propria esistenza: il tempo passa, tutti gli infiniti futuri in potenza man mano scemano, passano attraverso un imbuto che, sempre più velocemente, sembra ridurre il flusso potente iniziale ad un misero rivoletto, ad una sola vita, ad una sola possibilità. E tutto accade ad una velocità che talvolta sembra irreale, non umana, ed infatti frequentissime nel romanzo sono le descrizioni delle macchine, delle moto, delle corse che molti personaggi fanno sfidando il timore della morte, raggiungendo quella terrificante velocità che è la stessa del tempo che passa e sembra non poter essere raggiunto. Aaron ha una moto, Allard ha una moto, ed entrambi sfidano le proprie paure accelerando il primo verso un presente privo di sensi di colpa e che gli dia sollievo dall’incertezza, il secondo verso quel futuro che sembra, a ventun anni, ancora una lontanissima terra tutta da conquistare. Altra creatura del dark plain è Harold Roux, ventiquattrenne intransigente che, volendo, possiamo identificare come l’anti-eroe buono, il contrario di Allard/Aaron. Harold, infatti, rispetta con coerenza ed impegno i valori cristiani che condivide con Mary, ragazza che ama ma che alla sua noiosa pacatezza preferisce lo spericolato ardire di Allard. Harold rappresenta tutto ciò che Allard non vuole essere, perché somiglia terribilmente all’uomo di mezza età che un giorno egli potrebbe diventare. Sotto il parrucchino, infatti, si nasconde un vecchio cinquantenne già stanco del mondo: stremato dagli attacchi del bullo per eccellenza, del villain di questa academic novel, l’armeno Boom Maloumian, Harold decide di lasciare la stanza del campus nella quale ha vissuto fino a quel momento per andare a vivere in un’improbabile cittadina chiamata Lilliput Town, dove il gioco di prospettive diverse rende tutto piccolo o gigante in uno strano modo. Là Harold si concentra sulla scrittura di Glitter and Gold, romanzo sulle proprie modeste aspirazioni che racconta l’incontro tra un gentiluomo ed una rispettabilissima fanciulla. Questo romanzo è un’altra storia dentro il romanzo dentro il romanzo ben diversa dai racconti che vedono Allard come protagonista. I giochi meta-narrativi di Williams, infatti, non si fermano all’invenzione di storie dentro storie, ma creano addirittura personaggi dentro personaggi: l’Allard protagonista negativo di The Hair of Harold Roux diventa anche il protagonista di altri racconti nei quali Aaron (il romanziere che abita al primo livello) continua a riversare le proprie vicissitudini tentando forse di esorcizzare le proprie paranoie. Se non bastasse questo intreccio a far capire al lettore che tutto quanto, in fondo, fa parte di un’unica esperienza, Williams insiste utilizzando dei nomi che si somigliano paurosamente: Aaron, Allard, Harold, Benham, Benson. “This is a story of madness in the context of madness”: quello che Williams sembra voler raccontare è la molteplicità di esistenze dentro una stessa vita, i vari aspetti che compongono una stessa personalità, le proprie scelte e allo stesso tempo gli scheletri nell’armadio, ordinatamente sistemati accanto ai rimpianti e ai sogni dimenticati. Questa intricata sovrapposizione/intersezione di storie serve anche ad un altro scopo. Racconta, infatti, non solo la storia individuale dei suoi protagonisti, ma anche quella dell’America: nel presente del romanziere Aaron Benham Williams ci racconta l’America degli anni ’70 con il Vietnam, le rivolte degli studenti, le droghe e la sempre più profonda crisi dell’istituzione del matrimonio, e poi c’è il mondo dei reduci della seconda guerra mondiale in cui vivono Harold e Allard e che è popolato soprattutto da speranze e infinite ambizioni.Il romanzo di Williams sperimenta con la narrativa su più livelli e per questo, nonostante sia stato pubblicato nella seconda metà del novecento, è un romanzo le cui intenzioni e la cui struttura potrebbero essere accostati a quelli di molti autori modernisti. Anche dal punto di vista dei linguaggi usati questo romanzo è molto variegato: si passa dal gergo al lirico, passando per mille sfumature di una lingua complessa e ricchissima. Per questo il romanzo di Williams non può non essere considerato anche un classico: l’eleganza e la ricchezza con le quali il suo stile spesso si veste a volte lo appesantiscono, però sicuramente lo rendono consistente e durevole.In uno dei livelli più interni dell’intero romanzo troviamo una fiaba che il padre racconta ai suoi figli e che ricorda il bambino e la bambina perduti di William Blake. L’incanto di questa storia non consiste tanto nel suo intreccio e nelle magie che i suoi personaggi compiono. Essa rimanda infatti al potere dello story telling, quel gioco della ripetizione grazie al quale i bambini imparano a sistemare gli eventi e a scoprire il proprio mondo emotivo. Un gioco con il quale l’umanità ha perpetuato la propria esistenza. Williams decide di mettere nel suo romanzo anche una fiaba proprio per richiamare l’era primitiva, le fondamenta delle sofisticazioni narrative che sono alla base dei suoi giochi meta-narrativi, per affermare il principio fondante, la consolazione dell’infilare, una dopo l’altra, parole che diano un senso alla nostra vita.https://lacornacchiasepolta.wordpress...

In 1975 The Hair of Harold Roux by Thomas Williams shared the National Book Award with Dog Soldiers by Robert Stone. This little reading adventure began with A Flag for Sunrise, the first Robert Stone novel that I read, which I very much enjoyed. That led to my reading Dog Soldiers, which I also thoroughly enjoyed. I love reading about the backgrounds of the authors and their works. In reading about Dog Soldiers, I couldn't help but think that if I liked it that much maybe I should try The Hair of Harold Roux. I was intrigued that Robert Stone achieved a level of success and regard, whereas Thomas Williams remains relatively unknown. So I sat down to The Hair of Harold Roux to read a novel, to read a new author and to try to understand this outcome.Any time sent comparing The Hair of Harold Roux and Dog Soldiers was short-lived. They are very different novels, but both deserving of admiration. The Hair of Harold Roux was complex and multi-layered in its construction, which I enjoy. An English professor in New Hampshire, Aaron Benham, is an established novelist, which is autobiographical in its outline of Thomas Williams. He is on leave writing a novel whose main character is Allard Benson, a student in a New Hampshire university; among Allard's future plans is the desire to write a novel. While there are many parallels between Aaron's past and Allard's past and present, there are also parallels between Allard's past and Thomas Williams' past. There is then the story of Aaron's family and the bedtime story that Aaron tells his children, Janie and Billy, who are characters in the bedtime story. There was depth to every character, there were tangents to the stories and it was all woven together miraculously well. I'll admit, as one GR reviewer commented, there wasn't much to like about any of the characters, but I like reading about characters I don't particularly care for. For me the only negative to this novel is that there was nothing unique or special about the core plot, but the rest was so good that I was spellbound. I will read more of Thomas Williams, just as I will read more of Robert Stone. I am happy that the two books shared the award in 1975, or I might never of found Thomas Williams.

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I have absolutely no idea how this book ended up in my reading pile; I can only assume it was because it won a national book award in the 70s and I must have read a glowing review or something; apparently I should have known better. It IS well written, but that redeems very little to me when the main character (in fact most of the characters) are unlikable and the plot uninteresting. This is a novel inside a novel: mid-life-crisis-author writing a quasi autobiographical book about his time at college. Man angst alternating with boy angst, both versions of the narrator pretty unpleasant. I'm sure the prose is well crafted and "superb" as one review said, but a book never wins me over if I don't like its characters, and in this book they range from whiny to useless to wilfully ignorant to downright nasty with almost no exceptions. So, if you enjoy language that "flows from the purest vernacular to the elevations demanded by distilled perception" (Washington Post Book World) then do pick this up, but if you prefer a more directed plot and less testosterone angst with your distilled perception, maybe give it a miss.
—Emily

Thomas Williams' novel is complex--it is a story within a story that is rooted in the contentious post-Vietnam era. ‘The Hair of Harold Roux’ was published over thirty years ago, and one of the first things I noticed is that this book reads very much like it was written/published in the 1970s. I had a hard time connecting with the characters (this may just be a generational thing—I am a child of the 80s and 90s) and it just felt like an ‘older’ book. The other big issue I took with this novel was the overall writing style. It is clear that Williams loves playing with and using language in a myriad of different ways. My personal reading preference lends more towards strong plot- and character-driven narratives and I just couldn’t appreciate Williams’ unique style. If, however, you are intrigued by the way an author can manipulate language to manifest their vision, then I strongly urge you to check out ‘The Hair of Harold Roux’..
—Anne

this looks to be a good story, present tense even....yay! i'll quote the dust-jacket: in summary, this new novel appears to be deceptively straightforward.yes.new, in 1966. and yet another story that i wish i had read back where i come from...cue the song, so much water flowing underneath the bridge...and so on.this is not a simple tale. this is a tale w/stories inside, characters coming and going, past, present, now. i said, 'present tense even'....yes.and there are tense shifts...this one has a summary, right, so why do you need me to do one? one story, past, allard benson, harold, who wears a hairpiece. that comes down to a telling scene, you can feel the horror of that moment. and then it is gone. this train. this train backwards on the tracks. why o why didn't i pay more attention? this is one that will stay with me, one that i will want to revisit, as the telling is...nice. i like how williams tells the tale in the present, the shifts to the past. "but now it is the present, timeless time; only we pass, and that is some of the meaning, he supposed, of every story, even of that other,unchanging one, in which billy hemlock gained strength and knowledge from the powders...."stories within the story within the story. like one of those, what are they, russian wooden dolls, you keep taking the top off and there's another below, like above? even the names are somewhat alikeaaron benson, the now...heh heh...past present.some real poetry at times...water in a kettle is described as...well, i forgot to mark it, but it is described as...squeaking, i think. i think that was the word, or part of it. and i've heard that. you? the way the kettle beings to boil? the water in it? straining? some other stuff. too"In the absence of real power blood seemed the only alternative.Though he could walk away, and had to walk away, he could not walk away with impunity. He could never be a mordantly amused or merely interested observer of the beast.He acquired the Nambu later, but never carried it."Another, a quote about lies....I marked it and a few others...maybe they're on the Thomas Williams's page?or: "the black holes of periscope slits slid half shut..."or: this fight scene, ears laid back....just before the train...this: "nothing can stop a lie whose fashion has come..." the remainder is "....so why bother to try?"or: "for its fellow mammals it reserves the longest, most thoughtful deaths." "what future there is is the work h he will do, the chaos of the past...."yes."we perceive depth slowly. when a man tries himself he constructs a scaffold and a throne."yes.good read. been around since 1966. neglected? makes me want to break my plate.
—wally

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