Di primo acchito:Questo libro è semplicemente un delirio... non so nemmeno che voto dargliRecensione posteriore:La Grande notte è un piccolo capolavoro in puro stile shakespeariano, che ritrova e rinnova le atmosfere di Sogno di una notte di mezza estate in un complesso urbano e contemporaneamente fiabesco, con uno stile onirico o concreto - in base alla situazione - talvolta confusionario ma assolutamente poetico. Chris Adrian scrive da Dio e il suo è un libro complesso, a tratti psicologico, una miscela originalissima di esperienze umane e fatate cui i protagonisti si trovano, loro malgrado, a far fronte. Al loro passato infelice si unisce un presente altrettanto traumatizzante: la notte del Solstizio d'estate Molly, Will ed Henry, appesantiti dai propri fantasmi personali, si trovano rinchiusi nel Buena Vista Park di San Francisco. La regina delle fate, Titania, in un impeto di dolore e di disperazione per la morte del figlioletto e l'abbandono del marito, ha liberato la Bestia, che assume agli occhi dei ragazzi i tratti dei loro peggiori incubi. La corte regale, composta da folletti, fate, ed elfi, sa che quella che doveva essere una notte di festa, la Grande notte, sarà anche l'ultima. Il libro si snoda così tra passato e presente, un passato doloroso e concreto, come già detto, è un presente letale dominato da incubi altrettanto reali. Sarebbe stato perfetto se il lettore non cercasse, per metà della narrazione, di capire cosa stia succedendo: il caos della commedia di Shakespeare è reso in maniera così magistrale che si termina il libro con l'interrogativo, direi non indifferente, su cosa mai sia successo e per quale motivo si giunga quel finale. La Grande notte va, insomma, letto con molta attenzione, ma lo stile - di cui vi copio un estratto qua giù - ripaga dell'impegno che deve essere impiegato."Sulla sommità della collina, appena al di là della soglia dei normali sensi umani, una porta si apriva nella terra lasciando trapelare una luce brillante e tenue come il sole d'autunno. Riversandosi giù per il pendio la luce sembrava acquietare tutto quello che lambiva: i rami smettevano di fremere nonostante il vento e le bestioline cessavano di annusare, quasi che foglie e sorci aspettassero di sentire il suono che di lì a poco prese a salire pian piano dall'apertura del terreno. Era un suono di campanelle, dapprima debolissimo e poi poco più forte ma come più chiaro, forse perché, sebbene fosse sommesso e le singole note fossero alquanto gradevoli, era punteggiato di sporadiche armonie e tonalità inquietanti per l'orecchio animale. Nella luce apparvero delle ombre che si allungarono giù per la collina seguite da una grande varietà di figure". Meg Story (Editor, Tin House Books): Given that A Midsummer Night’s Dream is one of my favorite plays and Chris Adrian is one of my favorite authors, it’s no surprise that Adrian’s The Great Night is my favorite book of 2011. A modern retelling of Shakespeare’s work, The Great Night reminds us hapless mortal readers that we are lucky in our limitless abilities to love and to grieve–and to find redemption in our midst.
Do You like book The Great Night (2011)?
Finished just in time for book club an an hour! HA. Best part was the Richard Scary parts.
—sarah82