Sin dalle prime pagine de Il diavolo in corpo, si respira la baldanza commista ad ingenuità di un personaggio anonimo avido di conoscenza del mondo, ma distaccato, quasi indifferente agli eventi che impregnano il suo tempo. Il suo tempo è quello del primo conflitto mondiale, che per lui si riduce semplicemente in questo:"[...] Li esorto a raffigurarsi ciò che la guerra rappresentò per molti giovanissimi: quattro lunghi anni di vacanze."Il protagonista - che ci accompagna dall'inizio alla fine con la sua audace confessione- si presenta come una persona lontana da realtà oniriche appartenenti ad altre indoli. Tutto comincia quando da acerbo dodicenne, il nostro eroe senza nome sperimenta quel che lui definisce "passioncelle di sorta". Ci tiene da subito a presentarsi con spavalderia, vantandosi delle prodezze antecedenti e conseguenti al recapito di una lettera d'amore ad una giovincella sua pari.La cosa che terrà subito a sottolineare sarà come per un lungo lasso di tempo professore e compagni, ammaliati(per così dire) dalla sua verve e dalle sue gesta, gli conferiranno l'ironico epiteto di Don Giovanni.Da questo momento in poi la scalata verso il traguardo, verso l'iniziazione alla maturità sembra srotolarsi come una matassa, e come tale s'ingarbuglia e si sfilaccia, prima di riuscire a distendersi.Radiguet traccia, attraverso la confessione scorrevole e ardita del nostro signor anonimo, i punti che in breve congiungono i vertici di un triangolo passionale dalle linee un po' sfocate.In quel che sembra un tempo brevissimo, il protagonista sviluppa una passione irruente nei confronti di Marthe, ragazza più matura e promessa in sposa a Jacques, un giovane sventurato che avrebbe fatto meglio a restarsene in trincea piuttosto che rimaner invischiato nel sordido inganno dell'amore egoista di quei due.Dal momento in cui le vite dei due giovani s'intrecciano, comincia la narrazione tamburellante di un incubo adolescenziale. Ricorrente, nei pensieri del nostro eroe, è la pulsione verso il simile."La pulsione al simile costituisce la sola linea condotta che non sia artificiosa"Il suo tentativo di instillare in Marthe i suoi pensieri, di modellarla con l'argilla della sua stessa essenza e di godere di quell'intrecciarsi di anime affini è assillante, ricorrente, decisivo.Al fianco della sua "creatura", s'addentra nella landa dei piaceri e s'infiltra negli anfratti dei tormenti, subendo un mutamento silenzioso, spogliandosi dalle sue vesti di larva per indossare ali mal ridotte di farfalla.Paragrafo dopo paragrafo si avverte l'incessante cammino di maturazione, le debolezze e le fugaci gioie di un adolescente che si apre alla vita.Accanto alla sua complice, nell'appartamento arredato da lui stesso per una coppia di cui è il sogghignante distruttore, assorbe l'amore dalla voluttà delle lenzuola e i giudizi malevoli della scandalizzata società circostante.Ed è poi tutta una corsa folle e l'innocenza di bambino si smaltisce tra i sintomi del risveglio della coscienza di uomo. E le responsabilità della figura di padre che dovrà incarnare lo atterriscono quando si presentano nitide, ma nel momento in cui le convinzioni sembrano vacillare, cominciano ad apparirgli appetibili.Jacques, in tutto questo, rappresenta un'ombra, ma un'ombra possente che a tratti lo conforta e che a tratti lo incendia di timore e odio. Jacques è una presenza fatta di fumo, clemente e soffocante tanto da farlo star male e bene in un modo incomprensibile.Solo nell'epilogo la sua figura si concretizza. E l'adultero riesce a vederlo e la sua concretezza sembra personificare il risanamento di ogni conflitto, quando quel che è davvero è, ancora una volta, un pupazzo benevolo e cieco (forse pure tonto) che per concludere in bellezza rimane vittima inconsapevole di un duplice inganno. E mentre Jacques racconta, stretto nella sua tristezza, della moglie morta invocando il nome del figlio, il nostro eroe gli sferza il colpo decisivo pensucchiando con disarmante sincerità:" Del resto non avevo appena saputo che Marthe era morta invocandomi e che mio figlio avrebbe avuto un'esistenza conveniente?"Ringrazierei Radiguet, se potessi, per come nel giro di quattro ore mi abbia resa silenziosa e avida spettatrice di quello che la nostra larva ha vissuto in quella "...corsa durata un anno in una vettura lanciata a velocità folle."
La biografía de Raymond Radiguet es de aquellas que siempre divierte contar, porque fue el típico bohemio con un punto de escritor maldito, terriblemente precoz y que murió ridículamente joven. En el instituto pasó por un alumno mediocre y vago, así que pronto lo dejó, se quedó en casa y se dedicó a leer. Con el tiempo también dejó la casa paterna y se dedicó a vivir la vida bohemia. Fue protegido de Jean Cocteau y murió a los veinte años, pero ya había tenido tiempo de escribir un buen puñado de poemas y dos novelas, la primera de ellas fue ‘El diablo en el cuerpo’, que según parece tiene un punto de autobiográfico. ‘El diablo en el cuerpo’ narra la relación amorosa entre un chico de 16 años y una joven casada de 19, durante la primera guerra mundial, mientras el esposo de ella está en el frente. Al principio del libro el narrador nos describe una escena en que una mujer se ha vuelto loca, ha subido a un tejado y no quiere bajar para nada del mundo, a todos los que se le acercan para ayudarla les tira tejas para alejarlos, y no es difícil intuir que la escena acabará trágicamente; el protagonista lo sabe pero aún así no puede quitar los ojos de la loca encima del tejado, ya que está fascinado por la belleza entre poética y sórdida que tiene toda la escena. Algo parecido pasa con esta novela. ‘El diablo en el cuerpo’ es una novela narrada en primera persona y muy introspectiva, pero a la vez cuenta todos los hechos con un aire frío y distanciado. El nivel analítico e introvertido del libro me recuerda al ‘Adolphe’ de Benjamín Constant (que dicho sea de paso es uno de mis libros favoritos), aunque por la forma impasible e indiferente de contar los hechos parece presagiar en cierto modo ‘El extranjero’ de Albert Camus (que dicho sea de paso es otro de mis libros favoritos). No diría que se trata de una historia de amor, porque lo que siente él por ella no es amor puro y desinteresado sino simplemente vanidad recompensada, arrogancia satisfecha, posesión y celos. Lo que ella siente por él también es un sentimiento egoísta, aunque probablemente no tanto, y definitivamente está influenciado por las nociones románticas que habrá sacado de los libros. Sin embargo, no es para nada una historia romántica, por más que el final sea en cierto modo trágico, porque en lugar de pasión hay racionalidad. Es una obra realmente curiosa, original, diferente y recomendable.
Do You like book The Devil In The Flesh (2005)?
La cosa più stupefacente di questo breve romanza è l'età di Radiguet quando lo scrisse.L'incisività, la freddezza e profondità analitica dello scritto, la capacità di distacco nell'immergersi nella (propria) vicenda sono veramente sorprendenti per un ragazzo ancora nel pieno dell'adolescenza.Ancor più sorprendenti in relazione all'epoca in cui è stato scritto.Eppure, eppure. Eppure se riesco a riconoscergli l'eccezionalità e a capire perché sia comunque considerato un classico della letteratura del novecento, non posso neppure dire che mi sia davvero piaciuto.
—Lys
This book really captures all of the fantastical workings of an adolescent mind in love. Whether this is a good thing I am unsure, but so many of the feelings expressed in this book are so genuine and feel so natural that its no surprise it is so relatable to so many. The insecurities of the characters are staggering, the interplay between the families is so expected by the reader and so unexpected by the main character. I just don't know if that makes it a good love story though. Personally I am glad for a little maturity in relationships and perhaps love. I am glad for a little more practicality in addressing these matters and its not overly romantic this book. What I mean by that is this is not the kind of book that you would read to get turned on or to revel in the mysteries and enjoyments of being in love. It's more the kind of book that you would read and come away thinking "Oh man I know how that guy is feeling" and almost pity/shy away from wanting such experiences for yourself. The ending was superb though. The last page was really beautifully written.
—Cassandra Kay Silva
This is impressive. Whether it could really have been written by an 18 year old I don't know; certainly Radiguet's friend Jean Cocteau must have had a hand in the editing, if not in actually rewriting it. But whatever the case, this is a timeless, potent and moving story the like of which I have rarely read - the kind that seems to level all others in its wake, to say, 'Experimentation is all well and good, but without a strongly-felt core it's nothing.' And if there's one thing this book has it's strong feeling. As to those who maintain the narrator is cruel or a woman-hater, I just don't see it. The guy is 15 when he meets this girl, for f**k's sake! Any grown man who says he would have acted 'better' in this situation is either a hypocrite or he can't remember what it was like to be 15, or else he's never been in love. The point is not that love is selfishness; it's that love (especially to the young) is all-consuming. These two poor self-indulgent kids are sent nearly insane by their situation. To judge them from a standpoint of adult comfort is to not comprehend something crucial about being human. Besides which, I wonder if some readers have not seen beyond the surface of this narrator's ruthless self-criticism. Had he given us the self-righteous reading, would his detractors have been more pleased? Count d'Orgel's Ball was also excellent.
—Ben Winch