La recensione è anche su Fantasy Magazine: http://www.fantasymagazine.it/libri/1...E se ce l'aveste fatta? Se dopo numerosi tentativi fallimentari foste riusciti a scrivere il romanzo dei vostri sogni? Quello che vi spalanca le porte dell'Olimpo della letteratura e vi fa schizzare il cima alla classifica degli autori di best seller? Riuscite a immaginarlo? Bene. Provate ora a immaginare se il frutto delle vostre fatiche vi venisse sottratto. E provate a figurarvi nientemeno che un orso nell'atto di trafugare la valigetta in cui avete nascosto l'unica copia dattiloscritta del vostro capolavoro.L'orso che venne dalla montagna, di William Kotzwinkle, è la storia di Arthur Bramhall, ex professore dell'Università del Maine, che, dopo aver tentato invano di copiare lo stile dei best seller che vanno per la maggiore, riesce finalmente a scrivere Destino e Desiderio, il romanzo di cui l'America aveva bisogno. Ed è la storia di un orso che sogna di diventare un uomo e dopo aver trafugato Destino e Desiderio si ribattezza Hal Jam e si ritrova catapultato nel cuore pulsante dell'industria editoriale statunitense. Suoi compagni di viaggio saranno un agente letterario ossessivo-compulsivo che si sente costretto a genuflettersi ogni volta che vede — o crede di vedere — Topolino, un editor dichiaratamente gay, una parrucchiera autrice di una serie di romanzi di successo sugli angeli e un numero imprecisato di scrittori, agenti pubblicitari e critici letterari troppo impegnati a esaltare Hal Jam come il nuovo Hemingway per rendersi conto che è... un orso. Man mano che abbandona la vita animale per avvicinarsi agli umani, Hal Jam assumerà vizi e virtù dell'Homo Sapiens: smette di preoccuparsi del cibo e si accoppia più di una volta all'anno, si cambia le mutande e acquista un titolo nobiliare. Sventerà persino un attentato alla vita del vicepresidente degli Stati Uniti. Per contro, Arthur Bramhall seguirà un percorso inverso, abbandonando la sua umanità per recuperare uno stile di vita più vicino ai ritmi della natura e lontano dal consumismo moderno: avverte suoni e odori che gli erano preclusi, preferisce le donne che non si depilano e finirà per cadere in letargo e perdere quasi del tutto la parola. L'abilità di Kotzwinkle sta nel costruire un romanzo a partire da un'idea originalissima e da un presupposto assurdo, quello che Hal Jam sia in grado di aggirarsi tra gli uomini senza che nessuno se ne accorga. Da questo paradosso deriva tutta una serie di situazioni atte a mettere a nudo idiosincrasie e ombre dell'editoria, di cui emerge un ritratto poco lusinghiero: la qualità di ciò che si scrive conta tanto quanto la personalità e il modo di porsi dell'autore, che diventa egli stesso un "prodotto"; Hal Jam viene istruito: quando si incontra un altro scrittore bisogna sempre dirgli di aver letto (e, possibilmente, apprezzato) il suo libro, quando si sta promuovendo un romanzo bisogna rispondere "Non c'è problema" a ogni richiesta, fosse anche da parte di un reverendo che aspira alla Casa Bianca e ti chiede appoggio in campagna elettorale. Non fatevi ingannare: sotto le mentite spoglie di una favola per adulti Kotzwinkle ci regala una satira intelligente e dal retrogusto un po' amaro dell'editoria facendo riflettere su ciò che significa veramente oggi essere uomini. Un libro che ogni aspirante uomo — soprattutto se anche aspirante scrittore — dovrebbe leggere.
This book is awesome, plain and simple.I worked at a Barnes and Noble in Wichita, KS when I bought this book. Back then I used to buy a lot of books based solely on the neatness of their cover and the quality of the binding. I'm pleased to say that this book had top marks in both categories and therefore warranted a purchase. Never did I imagine that I would find such a hilarious, scathing satire on the world of publishing and, indeed, modern society.I thought that the title was going to be a metaphor for something I would likely not understand because I'm an idiot. I was part right. About the metaphor, not about not understanding it. The bear is not a metaphor. There's an actual bear in the story. His name is Hal Jam.Hal was just a normal bear, so normal in fact he didn't even have a name. He wanted what all bears without names want; food and a warm place to sleep. In his search for those two glorious things he stumbles upon a weeping willow (or some droopy tree) and under it he finds a briefcase. In the briefcase he finds a manuscript. With nothing better to do he reads it and realizes that it is quite good and a plan forms. He gets a nice suit and heads for the big city to find a publisher.Meanwhile, Arthur Bramhall is in the mood to celebrate. He has just written the great American novel, for a second time. The first time he wrote it, it burned up in a fire, so this time he made sure it was safe by putting it in a metal briefcase and stashing it safely beneath a weeping willow (or some droopy tree). Upon returning from his champaign run he discovers that his manuscript has been lost a second time. Arthur is devastated and his modern life starts to fall apart at the seams and he realizes that, more than anything, all he wants is food and a warm place to sleep.I highly recommend this book for anyone who is a fan of irony. Rated PG-13 for mild bestiality.Ranks:9/10 - Binding9/10 - Cover Art8/10 - Easily Discernible Metaphors10/10 - Bears0/10 - Tacos
Do You like book The Bear Went Over The Mountain (1997)?
I couldn't be bothered to write my own review of this puerile, pretentious book. The following is the previous review that fits my views best:I really didn't care for this book. It started off amusing but really went downhill for me. If this is supposed to be a modern fairytale then the only conclusion I can make from it is that crime pays. The author does not appear to think much of the publishing/entertainment industry, politics, or women. Come to think of it, he doesn't seem to think much of humanity as a whole. The women in this book are two dimensional and self-serving and the men neurotic and stupid. He seems to feel that the only thing that differentiates humanity from other animals is the way and frequency we have sex. The gratuitous language and sex really didn't work for me and make me question why I found this book with the young adult books. Not a book I would recommend for a young adult. Actually, I wouldn't recommend this book to anyone.
—John Frankham
Ein Bär klaut also ein Manuskript und kommt als Schriftsteller groß raus. Kann man aus dieser Idee einen lustigen Roman machen? Natürlich nicht. Natürlich lache ich, wenn sich ein Bär im Restaurant auf dem Boden wälzt und die Frauen denken "endlich ein richtiger Mann" und die Verleger "endlich ein zweiter Hemingway". Ein Witz, ein Lacher. Aber alle weiteren Witze folgen dem gleichen Schema F: Ein Bär zeigt uns, dass Frauen auf Bären stehen und Verleger auf Holzfäller. Nach spätestens fünfzig Seiten langweilt das tierisch. Dieses Buch wurde nicht nur von der New York Times, sondern auch von Daniel Kehlmann als hochgradig witzig gepriesen. Kehlmann kichert also über einen tumben, erfolgreichen Fake-Literaten. Das ist witzig.
—Andrea
The book is an interesting look at how much humans overthink and over share when the other party is quiet. I have to say though I didn't like the bear. After all he stole an academics life work. Overall it is an easy read and interesting concept.
—Kellykorreck