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Shosha (1996)

Shosha (1996)

Book Info

Genre
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3.99 of 5 Votes: 4
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ISBN
0374524807 (ISBN13: 9780374524807)
Language
English
Publisher
farrar, straus and giroux

About book Shosha (1996)

“Tutte le storie sono storie d’amore” scrive McLiam Wilson all’inizio del suo “Eureka Street”. “Shosha” non è certo un’eccezione, tanto più che è l’autore stesso a consigliare questa chiave di lettura: la sua storia deve essere letta come se fosse una storia d’amore. Però bisogna anche fare delle necessarie precisazioni. “Shosha” è una storia d’amore dolce ed affettuoso in quelle pagine in cui l’autore si abbandona al ricordo della sua infanzia passata insieme a Shosha, un’infanzia fatta di storie e d’incanti. Lo stesso tipo di amore riaffiora poi quando i due si ritrovano: Shosha è rimasta una dolce, piccola bambina semplice, Aaron ha già invece combattuto con la vita e i suoi demoni, eppure ritrova nella sua antica amica la semplicità dell’essere bambino. Lei riporta con sé gli odori della strada nella quale sono cresciuti, le immagini che hanno creato l’immaginario di entrambi. Li riporta ad un uomo in conflitto con se stesso, spesso in bilico tra il kasher ed il treif, disilluso da un mondo bellicoso, disinnamorato di donne troppo poco simili alla madre e alla santità di Shosha. E quindi questo dolce e semplice amore per il narratore si trasforma anche in qualcosa di più elevato, diventa una specie di inno alla vita di una volta che non c’è più, né per lui né per il popolo polacco. “Entravo nel portone del numero 7 e vedevo Shosha che se ne stava alla finestra ad aspettarmi: una ragazza bionda dagli occhi azzurri, dal naso piccolo e dalle labbra sottili, da collo lungo e dai capelli annodati in treccine. Grazie a Dio, aveva tutti i denti. Parlava lo yiddish di via Krochmalna. A modo suo negava la morte. Sebbene fossero tutti morti, nella mente di Shosha Eli e Zeldele gestivano ancora il negozio di alimentari, David e Mirale vendevano ancora il burro, il latte crudo e quello bollito, il latte cagliato e la ricotta, Esther aveva ancora il negozio di dolciumi dove si poteva comperare il cioccolato, la torta al formaggio, la gasosa e il gelato. Ogni giorno Shosha aveva una sorpresa per me. Tirava fuori i suoi vecchi libri di scuola, con le illustrazioni che ricordavo e le poesie. Aveva conservato il taccuino sul quale avevo iniziato la mia carriera letteraria e anche tentato di dipingere. […]Ogni volta che ero con lei mi chiedevo: Com’è possibile tutto ciò? Come si può spiegare? Shosha aveva forse trovato un modo magico per fermare il procedere del tempo? Era il segreto dell’amore o il potere della regressione?”Nonostante Aaron creda fermamente che “il tempo è un libro le cui pagine si possono girare in avanti, ma non indietro”, con Shosha egli riesce a recuperare l’incanto di un passato inviolato. Singer è riuscito bene a demarcare queste passeggere oasi di pace e tranquillità all’interno di un romanzo altrimenti colmo di tragedia e demoni. Se si vuole continuare a prendere in considerazione la chiave di lettura proposta dall’autore, allora bisognerà considerare tutti gli altri tipi d’amore presenti nel libro. Aaron ha diverse storie con donne molto diverse da Shosha ma molto simili tra loro: tutte pensano alla morte come soluzione estrema, poiché forse tutte sono così lontane dalla semplicità dell’esistenza per apprezzarne il valore; tutte sono come possedute da un dybbuk, spirito maligno che nella tradizione chassidica ebraica rappresenta un’anima dannata alla quale sia stato vietato l’ingresso nel morto dei morti. Betty, attrice americana malata di una sorta di perenne bovarismo, addirittura diventa la protagonista posseduta da ben due dybbuk di un dramma scritto da Aaron; Celia sembra non conoscere tregua dalla sua insoddisfazione sessuale ed è quindi sempre alla ricerca di un uomo che plachi la sua libido; Dora, l’amante “politica” posseduta da ideali fasulli che poi le si rivolteranno contro. Si tratta in ogni caso di un amore al quale manca un pezzo e che è ben lontano da un’appagante relazione sana e pacifica. Tutti, però, contribuiscono a creare il quadro di un mondo che sta per crollare: tutto sembra essere messo in bilico su un burrone, e tutti sembrano agognare l’estrema caduta per raggiungere finalmente un completamento assoluto, la morte.L’intero romanzo è pervaso da presenze o spiriti. L’autore spesso inserisce digressioni sull’ipnotismo e sullo spiritismo; abbiamo monologhi di personaggi che ci raccontano le loro esperienze con le ombre e con i fantasmi; la stessa Shosha viene visitata in continuazione dalla sorella morta e da dispettosi spiritelli che le fanno versi di ogni sorta. Si arriva ad immaginare che addirittura Dio sia stato posseduto da un dybbuk. Tutto per cercare di spiegare un mondo impazzito che sta andando velocemente verso la guerra e l’olocausto. Singer è riuscito a conciliare la storia privata del suo protagonista con la Storia che stava per travolgerlo: il cammino di iniziazione di un artista ancora poco maturo e alla ricerca di conferme si intreccia con quello di un popolo che si allontana, come lui, sempre più dalla terra promessa e da un principio innocente al quale si guarda con malinconia.Il romanzo è discontinuo e molto vario, e forse proprio in questo sta la sua forza. Singer ha mescolato temi ed esperienze ed è riuscito a dipingere la varietà del suo mondo con dolcezza e malinconia, ma anche con un colore più tetro e perturbante con il quale ha voluto riprodurre il mistero dell’esistenza umana.

المجتمع اليهودي مجتمع مثير , تحب تسمع حكاياته , تقرأ تاريخه , تشاهد الأفلام الى تتخذه موضوع لها , ليس شرط أن تحب هذا المجتمع , بل إن إثارته هى من ضمنت له نجاح تلك الأعمال .فتاريخ تلك الأمة (اليهودية) بأحداثه وشتى ما تعرضوا له من ظلم وكثرة ما اقترفوه من جرائم (الفرع الصهيونى بالذات) والغرابة التى تخص تلك الأمة ضمنت له البقاء مقاوماً كافة الظروف المضادة له.المهم أننا لن نكثر القول فتاريخ تلك الأمة اكثر تعقيداً من أن نحتويه حتى لو فى مجلدات , فنحن هنا نتحدث عن رواية من الطراز الرفيع , رواية أعتقد من الجائز لنا أن نسميها (رواية يهودية) فالكاتب اليهودى اعتمد على ما يعرفه من طقوس وعادات وتقاليد فى محاولة ناجحة منه فى تقوية العمل .شوشا : حلم الطفولة البرئ و(بنت الجيران الجميلة) التى تبقى فى مخيلتك وذاكرتك إلى الأبد , ولكن المميز هنا أن بطل العمل عندما رجع بعد سنين لمعقل طفولته وجد هذا الحلم (وتلك الفتاة) على حالهم منذ تركهم من سنين .كاتب , أديب يهودى بولندى يسرد بطريقة مميزة تفاصيل تخص حياته إبان الحربين الكبيرتين وما بينهما من حقبة زمنية .أعتقد أن الصدق الذى تحسه فى العمل لا يدل إلا على أن العمل يخص تفاصيل حقيقية فى حياة الكاتب نفسه .عمل مذهل بتفاصيل جذابة ومميزة جدا , نجح الكاتب باقتدار فى أن يُدخلك إلى عالمه المثير وينسج فى ذهنك ما مرّ بأشخاص الرواية من أحداث.من حيث اللغة : فالترجمة ممتازة , وهوامش المترجم كانت مفيدة جدا .الأشخاص : شخوص العمل ساحرة , بها من العمق ما يضمن لك كامل المعرفة بها.الاحداث والتفاصيل مثيرة , وتفاصيل المجتمع اليهودى البولندى استطاع الكاتب أن يقدمها لك بكل أريحية .فى المجمل عمل ممتاز .

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What is this book about? That question defies answering. It is about the Holocaust, though the book's first 260 pages take place in Poland before Hitler's invasion, and the remaining 20 take place in Tel Aviv over a decade after. It is about the Jews who lived in Warsaw in the years before their ghettoization and deportation to concentration camps, but all of these are secondary characters in the book, and those two historical events are only described in passing in the epilogue. It is about a sickly, backward, underdeveloped woman named Shosha, a girl the narrator loved when he was a child and married against all reason when he became an adult, but she seems less a person in the novel than a symbol of the narrator's youth and innocence. Perhaps that's what this book is about: loss of youth and innocence.I read this book before, in the summer before my senior year of high school. It was listed among the "required reading" for my AP English class, though as I remember I was the only person who read it then. Amazing how much I had forgotten about the story in eight years. Amazing, also, how much more I have learned about the world in eight years. This is to me a completely different novel than it was then, and I know that because when I read it the first time I annotated, with lots of "I don't understand!"-type marginalia.Perhaps eight years from now -- lord knows where I'll be then! -- I'll give it yet another go.
—Dusty

First off, thanks to my wonderful sister-in-law, Jo Jackson, for my fathers' day present of Isaac Bashevis Singer. I said once that I like the feeling of finishing an author's first (to me) book, and feeling like we've just started on a long, probably lifetime relationship. That's how I feel about this amazing book. Unbelievably beautiful and poignant and the tiniest bit triumphant (kaynahora) and resilient. My favorite quote: For a long time Shosha didn’t speak. Then she said, “Arele, I miss Yppe.”“I would bring Yppe back to life.”“How is this possible?”I elaborated to Shosha the theory that world history was a book man could read only forward. He could never turn the pages of this world book backward. But everything that had ever been still existed. Yppe lived somewhere. The hens, geese, and ducks the butchersin Yanash’s Court slaughtered each day still lived, clucked, quacked, and crowed on the other pages of the world book—the right-hand pages, since the world book was written in Yiddish, which reads from left to right.Shosha caught her breath. “Will we live in No. 10?”“Yes, Shoshele, on the other pages of the book we still live in No. 10.”“But different people have moved in.”“They live there on the open pages, not the closed ones.”“Mommy once said that before we moved in, a tailor used to live there.”“The tailor lives there, too.”“Everyone together?”“Each in another time.”
—Rich

I secretly hoped that Singer would write like Potok did. Of course that is a ridiculous thing to want. He had an even simpler style than Potok, but it grew on me. This was quite a tragic story, but the hope still was present at the end of the book, very quietly. In both Singer and Potok's books, I find elements of my religious life that I connect with very deeply. Namely, that the existence of both light and dark within a religion is the very thing that makes it alive--a living entity. The conflict and interaction between the two, the search to maintain hope despite what looks like no reason to hope, and discovering that God really is present in the midst of suffering is so appealing to me.
—Kristen

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