Che cosa scabrosa, che cosa scabrosa..(Perché gli do 5? Perché non ho nessun motivo per dargli di meno).Questo libro è stato un woha. Credo di dover cominciare dal principio a raccontare la mia vicenda personale legata a Le quattro casalinghe di Tokyo.Un bel pomeriggio di metà Dicembre mia madre sbuca in camera mia con un piccolo bottino di libri appena diventati orfani, e che cercano disperatamente una mammina che li accudisca: questi sono Tess d'Urberville, Mansfield Park e Le quattro casalinghe di Tokyo.Tutta la mia felicità s'era concentrata su Tess d'Urberville di Hardy, dato che lo stesso giorno m'ero chiesta del perché fra gli autori classici fosse quello di cui sento parlar di meno, almeno nella cerchia dei vari social networks. E avevo anche meditato su un possibile prestito in biblioteca, dato che lo stesso giorno ero andata per svaligiarla un'ennesima volta, ma dopo aver visto i volumi delle sue opere ho preferito rimandare ad un misterioso giorno più in là.E poi me lo vedo lo stesso giorno regalato, così, senza risentimenti. Bene, fantastico, yeah.E devo dire che, per quanto ricevere Le quattro casalinghe di Tokyo mi avesse piacevolmente sorpreso, non s'era conquistato completamente la mia attenzione.Addirittura Mansfield Park non l'ho quasi calcolato, anzi, a dirla tutta non mi ricordo se fosse effettivamente parte del bottino di metà Dicembre.Mi scuso per questo oltraggio, signorina Austen. In ogni caso Le quattro casalinghe di Tokyo s'era beccato il suo momentino, infatti ero felice di poter togliere un altro titolo dalla mia wishlist senza tanta fatica, senza nessuna ricerca in libreria o in biblioteca. M'era proprio piovuto dal cielo. Avevo letto le solite frasette entusiaste e accalappia-lettori dietro la copertina. "Un'accusa rabbiosa verso l'intera società [..], un'impressionante descrizione dell'alienazione femminile e della tensione autodistruttiva del Giappone contemporaneo."- Time Out."Natsuo Kirino è l'unica vera voce innovativa della letteratura giapponese degli ultimi vent'anni".- Daisuke Hashimoto. (e Murakami chi è? un povero fesso?)"Natsuo Kirino si conferma tra quegli scrittori giapponesi d'élite che stanno trasformando il romanzo contemporaneo".- The Washngton Post.Ora, è comprensibile che io mi fossi fatta un'idea del romanzo da queste tre righe e dal titolo. Hm, Le quattro casalinghe di Tokyo. Alienazione femminile, accusa rabbiosa verso l'intera società, tensione autodistruttiva del Giappone des nos jours. Ah, ma allora è un romanzo sociale! Una di quelle robe drammatiche e impegnate, da cui ne esci consapevole e pronto a scagliarti contro i vari maltrattamenti di una nazione che di sicuro non è esente da colpe.Mica lo sapevo che era una cosa scabrosa.Mica lo sapevo che era un noir poliziesco.Mica lo sapevo io.Ecco perché quando una delle quattro casalinghe rompe l'equilibrio che si era instaurato in circa una settantina di pagine con un gesto drastico, inquietante, rabbioso, io comincio a chiedermi che diavolo voglia dire. ..uh? eh? what the fuck? E pian piano una discesa che per me si fa sempre più inquietante, come inciampare nei gradini di una scala ripida. Ed è impossibile alzarsi e rimettersi in sesto, devi farti tutti i gradini con il culo all'aria. Mi hanno giocato un brutto scherzo, le quattro casalinghe.Non so se si è capito, ma è stato come ritrovarsi in una stanza senza luce, sono ancora le quattro del mattino, distingui a malapena le forme dei mobili, però pian piano riesci ad adeguarti al buio, riesci a conviverci. Riesci ad andare avanti a leggere senza tanta esitazione, anzi, è impossibile staccarsene. Avviso ai lettori: se avete uno stomaco delicato e siete facilmente impressionabili, non leggete questo scabroso libro. E visto che già ci siamo, Le quattro casalinghe di Tokyo? Davveramente? Ma che diavolo hanno in testa gli editori italiani per fare traduzioni così inadatte e stupide. Sembra che sia un Desperate Housewives alla giapponese. Il titolo originale sì che rende l'idea: Out. Yayoi, Yoshie, Masako e Kuniko, ognuno a modo suo, cercano solo una via d'uscita. Una via d'uscita dalla situazione in cui si sono ingabbiate, in cui lo stesso Giappone maschilista le ha ingabbiate, un paese in cui sei obbligata a confezionare due milioni di colazioni in una notte, e se devi andare al bagno, chiedi e aspetta il tuo turno, sopportando l'idea di dover arrivare a tenertela anche per due ore. Quattro casalinghe che farebbero di tutto pur di riuscire ad avere qualche soldo in più per vivere, perché fare i turni di notte in una fabbrica non è il massimo, guadagni giusto quel che ti serve, e dormi mentre il resto del Giappone rincomincia a ripopolare le strade, ti perdi la vita là fuori. E fra i soldi che mancano, la pressione allucinante della loro società, quattro mariti egoisti e menefreghisti, figli troppo immersi nei loro drammi per ricordare di non essere i soli in difficoltà, ecco che le quattro scoppiano. O meglio, una di loro scoppia e le altre non possono far altro che seguirla in una folle discesa verso l'inferno. E Natsuo Kirino con il suo stile pulito le accompagna con grande bravura, attira nel cerchio famelico altri personaggi, incastra ogni cosa alla perfezione. Un elemento che mi ha fatto scattare la quinta stellina, oltre all'analisi psicologica ottima, è come nulla sia raccontato per il gusto di raccontare. L'elemento thriller è alle stelle, niente accade per caso, niente non ha conseguenze, e all'improvviso tu spalanchi la bocca nell'accorgerti che la Kirino ha adescato un tranello, ha mosso una pedina verso un'altra pedina mentre tu t'illudevi che lo facesse così, solo per sport. Il lettore non può che seguirla come un fedele cagnolino, e le seicento pagine filano liscie e coinvolgono alla grande, incitano solo ad andare avanti per saper di più. Sì, il libro va avanti per catene, e senza mai cadere nel ridicolo o nel forzato. E alcuni sgambetti sono talmente crudeli che è impossibile non provare compassione per le marionette della Diabolica Jappo.E la via d'uscita, la via di fuga? Questa parola, questo titolo davvero efficace, Out, si materializzerà? Di certo non ve lo vengo a dire io, leggetelo se tanto v'interessa. Posso dirvi una cosa? Se volete sentire il vero Giappone, non cercatelo nei libri della Yoshimoto, quella non è che una sfumatura tenera e felice, il vero Giappone è altrove.Un po' in Murakami, un po' nella Kirino, e sicuramente un po' in altri autori che non ho ancora avuto l'occasione di esplorare.
Masako Katori; Kuniko Jonouchi; Yoshie Azuma; Yayoi Yamamoto; who are these normal people? Well, they all work the night shift at the local boxed-lunch factory. From midnight until 6 a.m. every 'day' they prepare these meals for the office workers and commuters of downtown Tokyo. It's not much of a life but they work well as a team and they always snatch the best part of the conveyor belt; the easiest jobs, if you will.These four unassuming women are the heroines of Natsuo Kirino's novel OUT, winner of Japan's top mystery prize and a 300,000 copies bestseller.When you first begin reading this 500 page book, it seems a little slow - telling the tale of the charmless lives of these industrial monkeys as they fill their hours chucking ingredients into boxed lunches. They're an odd assortment of ages, these women, from an odd assortment of social and family backgrounds. Masako's teenage son hasn't spoken to her in a year, neither has her husband. Kuniko is so far in debt, yet lives a life of apparent luxury. Yoshie has her ailing grandmother at home, nothing more than a cantankerous and grotesquely smelling baby. Yayoi has just killed her husband on the doorstep of their family home...Yayoi Yamamoto panics and phones her work colleague Masako Katori and asks if she'll help dispose of the body. To her surprise (and eternal gratitude) Masako says, "No problem."This is a weird book. You're happily thrumming along in the slow lane of its detailed domestic narrative and then someone throws a house brick onto your windscreen from a passing bridge. You swerve to regain control of the car but something's changed. You're no longer driving the same car. This feeling of metamorphosis continues to haunt the rest of the book and you're never certain what will happen next to whom and why. Yeah, I know that's the aim of most mystery-thriller books but this baby goes much deeper into the human psyche than it needs.It's not just that there's a murder and there's a mystery involved. In fact, there's not much of a mystery involved. We know who did the murder and we know who's helping dispose of the body, all Yayoi's four most trusted work colleagues. 'Most trusted' might not be the right phrase - each of the four girls has a motive outside the purely charitable and this adds to the tension of will-they won't-they be found out.Remember the way Columbo use to work? He'd be dogged like a pugnacious fox terrier never letting go of his suspect, grinding out every ounce of patience from his poor victims. Well, the two cops who arrive to investigate aren't in Columbo's league and they shouldn't be. This is a more down to earth story where the police don't always get their man. But the feeling you get from the book is of that absolute unending torture that Columbo brought with him. From before the first half of the book it is excruciatingly nerve-wracking.The star of the book isn't the story or the characterisation, though the murder and Masako's helping dispose of the body are the focus of the narrative, it is the depth of motivation of each of the seven or so main characters that stands out. There's the seemingly above-board hostess club owner Satake, the flamboyantly-named debt collector Jumonji and the Brazilian immigrant worker Kazuo. You feel these people are really living and breathing in the swirling narrative as they batter like mad against the waves to keep their heads above water. Even the four girls have their own stories to tell while the real story chunters on beside them. It's a great complex read.It's a sometimes gory book with dismemberment, rape and torture. The depiction of the weight of a dismembered human body and the problems of getting rid of how ever many doubled plastic bin liners worth of human garbage is especially well depicted.The prolonged build up just piles on mental torture upon death threats and theatrical getaways. The final showdown itself is well worth the wait and you'll be gasping for breath long before you've realised how it's going to end. It sure is a strange ending for this genre of novel. Some might call it a down beat ending but that has never bothered this reviewer and because it has the guts of its conviction right up to the end
Do You like book Out (2005)?
It's like we read two different books lol. I actually thought this one was going on the hate list :). I liked this book because of the bleakness of the characters lives. The backbreaking factory work, their shitty homes/families, the constant grind with no appreciation etc. I've definitely seen people comment that the writing/translation might not be the best, but I didn't have a problem with it.It would be boring if we liked the same things!! :)
—Estelle
Read this book for the scene in the bento factory alone. Just do, and you'll never again eat a bento in Japan without thinking of it! This is the side of Japan the Japanese media never show! The Japanophiles with their obsession with tea ceremony, flower arrangement, anime, manga, samurai, ninja, clothing... this is yet another face of Japan and Natsuo Kirino does it wonderfully. Wage is low in a country that has some of the highest living standard costs in the world. The economy isn't kind to its service sector and it shows with each step. Yakuza, gambling, hostesses, familial obligations... it has it all. LOVE!
—pinkgal
I wanted to like this one more than I actually did like it. The beginning of the story, learning about Yayoi, Yoshie, Masako, and Kuniko was interesting, and the death and immediate aftermath was interesting, but I just found myself losing interest shortly after that, and struggled to finish. I think that this book would work for a lot of people, but I found it kind of disappointing. I found it hard to connect with these characters. I kept thinking how I would react and act and think differently in almost every situation. I was distracted by the writing as well, especially when the narrative would switch to a different POV and circle back to show something from a different perspective, and I had to figure out that is what happened every time. And then the cat thing was just ridiculous. Really. This one just didn't work for me. *shrug*
—Becky