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Narcissus And Goldmund (1997)

Narcissus and Goldmund (1997)

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4.17 of 5 Votes: 4
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ISBN
0374506841 (ISBN13: 9780374506841)
Language
English
Publisher
the noonday press / farrar, straus giroux

About book Narcissus And Goldmund (1997)

"Noi pensatori cerchiamo di avvicinarci a Dio staccando il mondo da lui. Tu ti avvicini a lui amando e ricreando la sua creazione. Sono entrambe opere umane e inadeguate, ma l'arte è più innocente."Questo non è un libro che andrebbe letto a diciannove anni. Diciannove sono già troppi. Andrebbe letto prima, a quattordici o a quindici, quando il mondo lo si vede ancora in modo diverso. Io, da ragazzo, ci leggo qualcosa di diverso rispetto a quello che avrei potuto leggerci da ragazzino. O rispetto a quello che potrò leggerci tra venti, trenta, quarant'anni. Il mondo che vediamo attraverso gli occhi di Boccadoro è un mondo che sembra uscito da una favola. Sia nei suoi aspetti negativi che in quelli positivi. Tralasciando il fattore stilistico e le capacità di Hesse, proprio di questo stiamo parlando: di una favola. E la conseguenza è che una favola, bene o male, affascina e commuove. Una favola fa riflettere. Apre gli occhi oppure fa innervosire. E questa fa tutto insieme. Boccadoro è una figura resa estrema e quasi buffa nella sua continua ricerca di piacere e di nuovo. Come il Lucio di Apuleio, Boccadoro si macchia - ripetutamente - del peccato di curiositas. Questo suo cercare nasce all'inizio del romanzo, quando l'amico Narciso prova a fargli capire quale sia la sua vera vocazione attraverso dialoghi che ricordano molto la contrapposizione nicciana tra spirito dionisiaco e spirito apollineo. Narciso e Boccadoro sono due facce della stessa medaglia: la vita. Essi rappresentano due condizioni esistenziali diverse, condizioni che possono e devono convivere."«[...] Non è il nostro compito, quello d'avvicinarci, così come non s'avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparare a vedere nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento»."Vedete, la vita di Boccadoro è caricaturale perché Hesse doveva spiegare la fanciullezza e l'arte attraverso questo personaggio. Mi ha irritato sì, è risultato spesso ripetitivo e mi ha fatto capire che non vorrò mai scrivere un romanzo in questo modo, ma è anche riuscito nel suo intento, e per questo lo lodo. Hesse è un grande filosofo e un poco abile scrittore. Infatti mi è riuscito molto antipatico Boccadoro e tanto simpatico Narciso. Perché io ormai ho diciannove anni e non quattordici o quindici."Narciso lo guardò, grave: «Io ti prendo sul serio quando sei Boccadoro. Ma tu non sei sempre Boccadoro. Io non mi auguro altro se non che tu divenga Boccadoro in tutto e per tutto. Tu non sei un erudito, tu non sei un monaco... per far un erudito e un monaco basta una stoffa meno preziosa della tua. Tu credi che ti giudichi troppo poco erudito, troppo poco logico o troppo poco pio. No, per me sei troppo poco te stesso»."Questa frase esprime splendidamente il concetto secondo il quale è importante, anzi, fondamentale, essere se stessi. O meglio: diventare se stessi. Boccadoro diventerà se stesso, sì, ma solo grazie all'aiuto di Narciso. Solo grazie alla sua illuminazione. Troverà l'amore e l'arte ma non troverà mai la felicità. Perché, in un certo senso, la felicità non è una delle facoltà dell'artista. E, in fondo al romanzo, capiamo che forse non è facoltà nemmeno dell'erudito, del pensatore, dell'uomo sereno ed equilibrato. Forse non è facoltà nemmeno di Narciso.Io credo che regalerei questo libro a persone più giovani di me, sebbene non sarà mai tra i miei libri preferiti. Lo regalerei perché potrebbe diventare il loro, di libro preferito. Potrebbe dare una prospettiva di vita in un momento cruciale del proprio percorso, ovvero i primi passi nel mondo dell'adolescenza. E la risposta, queste persone a cui regalerei il libro, la troverebbero quasi sicuramente in Boccadoro. Io, che ho diciannove anni, non l'ho trovato né in Narciso né in Boccadoro. Per me questo libro non ha riservato risposte, ma solo altri dubbi. Una favola crudele. Nel bene e nel male, però, resta uno specchio reale dell'animo umano.

Narciso y Goldmundo ha sido un libro difícil de calificar. Por una parte su prosa es hermosa y trata temas existenciales muy interesantes sobre el sentido de la vida, el arte, la muerte, el placer, la belleza, la religión, entre otros. Pero por otra parte, me costo trabajo tomarle algún cariño o identificarme con los personajes, ya que son personajes que se van a los extremos en cuanto a personalidad y estilo de vida, Narciso por lo espiritual y Goldmundo por lo mundano, aunque es en este último en el que más se enfoca el autor y había ocasiones en las que su forma de ser no simpatizaba conmigo (aspecto interesante para autoanalizar). Sin embargo, ese contraste de personalidades aparentemente opuestas pero en el fondo muy parecidas, es el punto clave de esta novela, y es esto mismo lo que hace al lector reflexionar y replantearse varios aspectos existenciales, y al final, al leer las últimas 15 páginas que son geniales, decidí darle las cinco estrellas. La trama del libro gira en torno a los dos personajes que lo titulan, Narciso y Goldmundo, ambos se conocen en un convento, pero mientras el primero va firme y seguro por el camino de la erudición y lo espiritual, el otro se encuentra invadido por dudas existenciales, y estas dudas crecen cuando prueba el amor de una mujer y se ve atraído por una vida llena de placeres. Su amigo Narciso, al enterarse de esto, lo anima a seguir su intuición y salir del convento para encontrarse a si mismo y encontrarle un sentido a su existencia. Y es así como Goldmundo sale del convento para comenzar a llevar una vida errante y mundana, llena de peligros y de placeres, aventuras y reflexiones.Como mencioné, Narciso y Goldmundo tiene una prosa exquisita, casi poética en ocasiones, sin embargo, al lector ocasional o principiante puede parecerle algo pesada y de difícil lectura como otros libros del mismo autor. Recuerdo que hace varios años, cuando leí “El lobo Estepario”, apenas comenzaba mi gusto y mi habito por la lectura y se me hizo bastante pesado, me imagino que este otro libro también debe de resultar pesado a algún lector principiante, y no está de más advertirlo. Pero si has disfrutado otras obras del mismo autor o te gustan las novelas con contenido filosófico que dan a reflexionar, seguramente no te defraudará. De hecho, después de leer este libro, me estoy planteando volver a leer “El Lobo Estepario” que fue el primero que leí de Hermann Hesse y por lo mismo fue el que menos disfruté.

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Great book, incredibly sad and so beautifully written. Really, the book could have been called Goldmund and his friend Narcissus. It focuses so much more on Goldmund's travels through the world and through many women (the book is a huge turn on). It's a journey of the senses and experience, and along the way he encounters death and is forced to examine the transitory nature of life, all life, forcing him to embrace it much more fully. It's a quick and easy read I found, something surprisingly carried over from the much slimmer Siddhartha. Now that it's come up, there are a lot of thematic similarities between the two as well, but this book has a more sensual quality (did I mention that this book seriously fans some flames?) as opposed to the more austere Siddhartha. Great book.
—David S.

Goldmund could not fit into the Mariabronn Monastery anymore than a square peg could fit into a round hole and soon left the cloister for the vagrant life. By sleeping in the woods, killing Viktor the thief, meeting the plague, studying under Meister Niklaus and romancing with Lydia and Julie, Lene and Agnes, he explored the sensual life as an artist. When Agnes rejected the old man that he was, he returned to the monastery to meet his friend and mentor Narziss before leaving the world. Calw, GermanyOn the other hand, at home in Mariabronn with the chestnut tree and knowing that his way differs from that of Goldmund, Narziss, isolated from the flesh’s pleasure and pain, lived out the monastic life, praying, meditating, searching for enlightenment through intellectual and ascetic disciplines. The way of the mystic was for Narziss as much as the way of the artist was for Goldmund. Hermann HesseHermann Hesse, throughout his life, sought Goldmund’s artistic way--the emotional, prodigal, active, and sensual path--but ended up with Narziss’s mystical way--the intellectual, disciplined, contemplative, and ascetic path.
—Leonard

At the time of reading, this was my favorite Hesse book and, indeed, it is probably his quintessential novel, the one to recommend for anyone wanting to check him out. I have given away copies of it for this purpose to several persons over the years.Contrary to the description in Wikipedia, I read the novel from the perspective of Goldmund being lost and then found. Seduced by the snares of the world, he leaves the peace of the monastic life for a life of trial and error, ultimately, as an old man, returning to where he began. Since in his case experience led to wisdom, Goldmund represented to me the via positiva, the path to enlightenment which leads through lovingly appropriated experience, while Narcissus, remaining behind in the monastery, represented the via negativa, the path to enlightenment obtained by critical thinking and contemplative withdrawal. This, the essential identity behind two ostensibly very different paths along life's way, reminded me also of the two main schools of Buddhism, the big and little boats, Mahayana and Hinyana Buddhism. One is also reminded of the same distinction when the lives of Christian saints as different at Francis of Assisi and Simeon of the Desert are sympathetically compared. There is truth to it.This is not to say that the reference made by the Wikipedia writer to Nietzsche's Apollonian and Dionysian is incorrect. Given the intellectual influences obtaining in Hesse's circles and the nature of his missionary family it is likely that both were considered. My own reading was influenced by having studied mysticism by this time and not yet having read Nietzsche's The Birth of Tragedy.What I really like about Hermann Hesse, here and elsewhere, is that he really cared, cared about people, cared about culture and cared about the natural world. Most everything he wrote, from his novels and short stories to his political essays, attempts to be constructive, to share something of what he had learned of importance with others. He wrote to the better side of our natures, both emotional and intellectual. I am so glad that young people are still reading him despite the many years which have passed since his last great work, The Glass Bead Game, in 1943.
—Erik Graff

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