Nell'imbarazzo della scelta fra tutti i libri che ho in casa o sul Kindle, non sapevo che pesci pigliare, e così ecco che ho preso in mano uno degli ultimi acquisti, che aveva attirato la mia attenzione qualche mese fa quando se ne era parlato nel gruppo "Goodreads Italia". Questo nonostante Lumen, di Ben Pastor, sia il primo di una serie di gialli, e io sono un po' "stanca" di queste innumerevoli serie con detective/commissari/marescialli della più varia estrazione come protagonisti (poi magari, alla faccia della coerenza, le leggo e me ne innamoro, ma mi ha stufato "l'idea"), e non mi piace cominciarne una se non ho a portata di mano le puntate successive (nel caso non riesca più a fermarmi).Ottobre 1939: all'indomani della fulminea conquista tedesca della Polonia, spartita con l'alleato sovietico, arriva a Cracovia il giovane capitano della Wehrmacht Martin Bora. La guerra, è evidente, non durerà ancora per molto, c'è solo da controllare quello che ora è il Governatorato generale, annientare le ultime disperate sacche di resistenza, nonché avviare altre operazioni più segrete di cui si occupano le SS e i Servizi di Sicurezza. Per Bora, se si dimostrerà efficiente e affidabile, quello potrà essere l'inizio di una brillante carriera.Aristocratico (il nome sarebbe Martin von Bora, ma ha rinunciato alla particella nobiliare), algido, nobilmente composto e controllato, profondamente imbevuto dei valori di onore e senso del dovere propri della tradizione militare germanica, terribilmente innamorato della giovane moglie, che ha dovuto lasciare per il fronte pochi giorni dopo le nozze, per lui la prima sgradita sorpresa è scoprire che è alloggiato, in un appartamento requisito a una famiglia ebrea, assieme a un commilitone dal carattere totalmente opposto, il maggiore Richard Retz, volgare, bevitore, la cui unica preoccupazione è riallacciare i contatti con la sua antica amante, l'attrice polacca Ewa Kowalska, portandosi a letto anche altre donne, tra cui la stessa figlia di lei, Helenka. A Cracovia, nella Polonia profondamente cattolica, badessa del convento di Nostra Signora delle Sette Pene è Madre Kazimierza, personalità carismatica, che ha fama di avere doti mistiche e profetiche e gode di grande prestigio presso la popolazione: fra i suoi devoti, inaspettatamente, c'è anche il colonnello tedesco Hofer. Dal Vaticano, per indagare sul caso della suora, che pare abbia anche le stimmate, è stato mandato il padre Malecki, americano di origine polacca.Bene, dunque questa è la situazione, quando avviene il fatto che mette in moto gli eventi: Madre Kazimierza viene uccisa. Da chi? Dai tedeschi, infastiditi da alcune sue profezie interpretabili in chiave politica? Dai partigiani polacchi? Ma perché? È proprio Martin Bora a dover indagare, assieme a padre Malecki. Sulla scena arriva anche il sostituto di Hofer, crollato dopo la morte della sua guida spirituale, il colonnello Schenck, uno dei personaggi più interessanti del romanzo: fanatico dell'eugenetica e della perpetuazione della razza, con i suoi assillanti consigli non richiesti a Bora sulla necessità di procreare e di non disperdere la propria energia sessuale, riesce ad apparire allo stesso tempo imbarazzante e ridicolo ma anche sinistramente inquietante (ma bella anche la figura del patrigno di Bora, che compare solo verso la fine, emblema di militare "vecchio stile", conservatore e autoritario ma anche profondamente ostile a questa nuova classe dirigente fanatica, volgare ed efferata, che disprezza).Ma l'indagine sulla suora (e quella su un'altra morte che avverrà dopo) è solo una parte dei doveri del protagonista: il giovane ufficiale è costretto ad immergersi in una guerra, e soprattutto nella "routine" dell'amministrazione dei territori occupati, le cui modalità gli risultano estranee e sempre più ripugnanti. Il suo spirito di osservazione e la sua coscienza lo portano a vedere cose di cui i suoi superiori nell'esercito preferiscono non occuparsi e che le SS e i servizi di sicurezza gli consigliano "caldamente" di lasciar stare, se ha a cuore la sua carriera. E Bora, schiacciato fra la sua coscienza di cattolico e il dovere dell'ubbidienza, ancora, a queste date, si piega, ma già avverte che la sua guerra e la sua "carriera" saranno molto diverse da come le aveva immaginate.Mi sono dilungata fin troppo. Come spesso accade, la risoluzione del mistero (anzi, dei due misteri) conta meno della psicologia e dei tormenti del protagonista, e soprattutto, in questo caso, del tragico contesto in cui è ambientata la storia (tanto è vero che la scoperta di "chi è stato" avviene in modo assai poco coinvolgente e interessante). L'autrice, nell'appendice (scritta a distanza di anni dalla pubblicazione originaria del romanzo, datato 1999, in occasione di questa edizione uscita per Sellerio nel 2012), spiega che, se per la creazione del personaggio di Bora esistono modelli reali (il più ovvio è sicuramente Claus von Stauffenberg), ciò che le interessava era analizzare i conflitti fra le imposizioni e le aspettative delle figure autoritarie da cui Bora ha scelto di essere controllato (la sua famiglia, l'esercito, la Patria, la moglie distaccata e frivola, che in Lumen non compare mai ma che è ossessivamente presente nei suoi pensieri) e la sua coscienza interiore, il suo senso del bene e del male.Attenzione agli spoiler (come sempre nascosti) in questo prossimo paragrafo. La mia "debolezza" è quella di affezionarmi troppo ai personaggi secondari: in questo caso, il maggiore Retz. Devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto se la storia si fosse retta sull'incontro/scontro di queste personalità così diverse, il serio e diligente, soldato fin nel midollo, ma freddo Bora e il volgare e lascivo, ma vitalissimo, Retz. Se non amico e "aiutante", ho sperato che quest'ultimo tornasse, anche nei romanzi seguenti, come personaggio ricorrente o "spalla", pensavo che questo avrebbe fornito vari spunti (anche per episodi più "leggeri"); purtroppo invece a metà libro Retz muore e io, lo ammetto, non sono riuscita a "godermi" la seconda parte del romanzo nella stessa misura della prima, dopo che il mio "beniamino" era uscito di scena.Come detto, questo è il primo romanzo di una serie che per ora conta nove puntate, anche se si fanno riferimenti (piuttosto precisi) a indagini precedenti di Martin Bora (durante il periodo in cui fu volontario in Spagna): saranno probabilmente spunti che l'autrice svilupperà in libri successivi (o ha rivisto e ampliato il romanzo per la ripubblicazione?).Al solito, ora si pone il "dilemma": andare avanti con la serie oppure no? In genere, quando parto con la prima puntata, tiro dritta come un treno fino alla fine, rischiando spesso "l'indigestione" (arrivata agli ultimi romanzi mi stanco, mi sembrano ripetitivi, mi viene voglia di qualcos'altro, mi "rovino" un po' l'esperienza...): è successo più o meno così con Eymerich, con Brandstetter, con Cut & Run ecc. Forse vale la pena di proseguire con le indagini di Martin Bora (è un contesto che mi interessa, il personaggio e i comprimari non sono banali), però magari non subito: non è che, a differenza degli altri esempi citati, sia rimasta col desiderio impellente di ritrovare immediatamente il personaggio.3,5/5http://moloch981.wordpress.com/2013/0...
Set just after the German invasion of Poland in 1939, this is a well written, intelligent thriller. Captain Martin Bora is a young officer who wants to make his mark, while being uncomfortable about many of the things he witnesses and also takes part in. The author makes us both aware of Bora's complicity and yet also his humanity. "His eyes burned and ached with smoke, and he wouldn't wipe them for fear of appearing moved, because he wasn't," as one passage puts it so well. His troubled encounter with a previous piano teacher and his complaints about shootings leads to his superior office, Colonel Schenck, stating, "We're all in it. If it's guilt, we're all guilty".When Bora first arrives in Poland, he is billeted with Retz, who is out to enjoy life and relishes the advantages of uniform. He is also working with Colonel Hofer, who has been visiting an Abess, Mother Kazimierza, claimed to be a saint. This leads to Bora visiting the convent with Hofer, where he comes into contact with Father Malecki, a priest and American citizen, who has been given the task by the Church of investigating the unofficial cult surrounding the Abess. When Mother Kazimierza is shot, Father Malecki unwillingly has to help Bora investigate. Was she a saint? Was she involved in the underground or working with the Germans?Everything about this book works well, drawing you in and demanding to be picked up and read. Bora is a very human character and you feel both for him and Father Malecki and the difficult positions both find themselves in. Colonel Schenck, with his obsession about reproduction, and Retz and his complete selfishness, bring depth to the book. Everyone has something to hide and even Bora and Malecki cannot be open with each other, even if investigating together. I highly recommend this book and hope that more in the series will become available soon. If you enjoy this novel (and you will!) you may also like The Warsaw Anagrams and Zoo Station.
Do You like book Lumen (2011)?
1939 Cracow, the Nazis are moving in, and it is a difficult time in Poland. Difficult for the Polish citizens and for the young, idealistic, German army captain, Martin Bora.Local abbess and mystic, Mother Kazimierza, is shot dead in her convent garden and Bora is sent to investigate. Father John Malecki from Chicago has been investigating at the request of the Vatican, Mother Kazimierza’s visions. Together Captain Bora and Father Malecki must solve the murder all the while navigating the shifting politics of the SS, SD, the American Embassy, and the Vatican.Lumen is a fascinating historical mystery and a psychological thriller as Bora struggles to make sense of the Nazi ideology and the violence of occupation while maintaining his sense of duty to his country.
—Donna
Set in the months following the German invasion of Poland in 1939, this first book in the Martin Bora series follows a Captain in the Intelligence arm of the German army who is tasked with solving the murder of a famous Polish nun in Cracow (aka Krakow). He's given a sidekick or sorts, in the form of a visiting Catholic priest from Chicago, who has been sent by the Vatican to write a report about the nun as a possible candidate for sainthood. Meanwhile, he must also deal with the odious womanizing officer he is roommates with, and the troubling increase in civilian killings he learns of. Captain Bora is a thoughtful, university educated, sober soldier, whose notions of honor and law conflict with the wartime reality and his own desires. The result is a mystery that spends a good deal more time on his moral struggles than your typical whodunit.The book does a very good job of placing the reader in the early moments of World War II, as seen through the eyes of a willing soldier who isn't yet aware of the nature of the beast he's a part of. Some of the book's best moments are when Bora comes into contact and conflict with the SS, who are clearly engaged in some completely different and separate agenda from his own straightforward military one. There are other nice details, such as references to Bora's previous service in Spain during the Civil War, and a tense meeting with a Soviet unit (recall that at the time, Germany and the USSR split Poland between them). Unfortunately, the period detail isn't enough to sustain the somewhat plodding pace of the story, which wheezes slowly through Bora's investigation of the nun's killing and a subplot involving several Polish actresses involved with his roommate. There's also a lot of discussion of religion and faith with the Chicago priest that didn't connect with me at all. The premise of a German army "detective" is a good one, but on the whole it feels like a first book in need of an experienced editor who could give it a little more shape and trim some of the fat. Originally written and published in 1999, it has been republished in conjunction with the second in the series, Liar Moon.
—Tony
The problem I had with this book was the fact that mystery wasn't really that mysterious and the character of Bora himself. While the book would be interesting because of a man's disenchantment or realization of what the Nazis are, this idea is subdued in the character. There really isn't much sense of conflict within the character.Also distracting from the mystery is the fact that the Nazis apparently talked about sperm alot.Alot.So much so.The writing in terms of description and word choice is good. But the characterization felt a little weak in terms of Bora, who must carry the book. And he doesn't.
—Chris