4 stelle e mezzo. "Siamo quello che fingiamo di essere,quindi dobbiamo stare attenti a quello che fingiamo di essere."-- Kurt Vonnegut.Questo è il primo scritto di Chambers che mi capita tra le mani e mi ricordo ancora della prima volta che l'ho sentito nominare. In molti ne hanno parlato con calore, affetto ed estrema ammirazione. Hanno sottolineato la sua capacità di scrivere romanzi unici, storie che parlano da sole con una peculiare onestà e franchezza. E, ora che ho finalmente letto uno dei suoi libri, non posso che affermare che tutte queste cose sono irrimediabilmente vere."Danza Sulla Mia Tomba" parla di Henry (o meglio, Hal), un enigmatico ragazzino di sedici anni che si trova molto spesso a riflettere sulla Morte, con la "m" volutamente maiuscola. Non ha idea di chi sia (e chi ce l'ha?) o di cosa voglia fare una volta terminato l'ultimo anno di studi e s'immagina spesso di trovare un amico con cui condividere tutto, con cui fare un patto di sangue che duri per sempre. Quando Barry entra nella sua vita, sulla sua meravigliosa barca gialla, Henry pensa di aver finalmente trovato quella persona, la sua persona, colui con cui dividere una "scatola di fagioli magici". Ora, arrivati a questo punto, devo ammettere che non ho idea di come riuscirò ad andare avanti perché mi è difficile trovare le parole adatte per descrivere questo libro. E' molto diverso da tutti quelli che io abbia letto proprio perché Aidan Chambers non vuole assolutamente rientrare nei limiti del genere YA ma ci naviga dentro, li supera, li distrugge e li frantuma. Questo romanzo è unico. Forse dovrei procedere per gradi. Forse dovrei costruire una rete di pensieri e cercare di non perdermici, o forse potrei semplicemente buttarli tutti fuori in un unico rigetto e lasciare che siate voi a riordinarli come meglio preferite. O forse ancora, potrei iniziare a scrivere e vedere cosa succede. "Forse è per questo che voglio che tu prometta. Perché non capisci. Perché tu devi sempre capire. Non è così? E quello che vuoi sempre, vero? Capire. Ma alcune cose non puoi. O sì? Non potrai mai. Quindi prometti. Per me."Mi sono sentita stranamente vicina alla voce narrante della storia, Hal. C'è qualcosa di terribilmente sfuggente nelle sue parole, nel modo che ha di raccontare quello che gli è successo. Me l'immagino quasi - con un'espressione torva e i capelli scuri che ricadono sopra gli occhi tormentati - che scrive tutto questo, che batte freneticamente sulle lettere di una vecchia macchina da scrivere arrugginita per buttare fuori ogni pensiero in modo da lenire la sua forte emicrania. Hal non è quel tipo di persona che si perde nei libri, ma che ci si ritrova. E' un amante delle parole, delle lettere, dei particolari, delle frasi ad effetto e delle congiunzioni. E' un ragazzo intelligente, saggio, con mille idee che gli frullano in testa ma che non ha mai provato a distendere chiaramente su un foglio, o anche solo nell'aria. Forse perché crede di non esserne capace o forse perché non pensa di avere il coraggio di poter assimilare tutto ciò che prova. Hal è un pensatore, qualcuno che si rinchiude nel suo guscio e che osserva il mondo da spettatore, rimuginando e riflettendo su ciò che gli accade intorno. Pensa sempre almeno due volte a cosa vuole dire prima di parlare, non si espone e realizza cose che molte menti comuni farebbero fatica anche solo a immaginare. E' un personaggio ricco di fascino, un personaggio che nel corso della storia ha trovato il modo di parlarsi come a volte io parlo a me stessa: sussurrando per paura di sentirmi. Perché ci sono cose che non vogliamo sapere, cose che ci spaventa capire ma che sono lì, innegabili ed evidenziate, e dalle quali non possiamo scappare per sempre.C'erano dei momenti poi, momenti improvvisi e che si rovesciavano sulle pagine senza che potessi prepararmi al loro imminente arrivo, che mi facevano trattenere il fiato perché le parole che uscivano dalla sua bocca avrebbero potuto benissimo uscire dalla mia. Mi sono scorse sotto gli occhi con un'onestà terrificante e non ho potuto non ammettere a me stessa: "Eccomi, questa sono io." Ed è spaventoso come semplici ammassi di lettere abbiano potuto denudarmi così. E' come se per Chambers il mio corpo e la mia essenza fossero trasparenti, materia che lui può maneggiare con una facilità disarmante. "«Stai dicendo che ci inventiamo le persone che conosciamo. Questo è assurdo!»«Ma forse è così! Forse ci inventiamo perfino noi stessi. Facciamo in modo di sembrare quel che vorremmo essere.»"Come si fa a rimanere indifferenti davanti a frasi come queste? Come si fa a non rileggerle mille volte e rifletterci sopra per un tempo indefinito? Le leggo, mi fermo, torno indietro, le rileggo. Aggrotto le sopracciglia, le distendo, mi mordo il labbro con accanimento e penso. Penso, penso, penso, rileggo, penso di nuovo e continuo a pensare.Queste non sono parole che parlano e basta, sono parole che urlano. Sono esplosive, ti si attaccano addosso, non smettono di sussurrarti con insistenza il loro messaggio. Come faccio a giudicare questo libro con occhio critico quando è riuscito a comunicare con me con tanta sincerità? Come faccio ad organizzare le mie opinioni in maniera sistematica quando sento le dita prudermi dalla voglia di spiattellare i miei pensieri senza ordine né rigore solo per il gusto di parlarne? Perché è questo ciò che questo libro mi spinge a fare: parlare, scrivere, riflettere.Forse dovrei sprecare un attimo del mio tempo per parlare dello stile di scrittura, dei personaggi e della trama. Ma sono davvero importanti di fronte a un messaggio del genere? E' davvero necessario concentrarsi su di loro quando ci sono sentimenti di questo tipo a fare breccia attraverso le parole? Forse sì, perché di quelli temo di non essere capace di parlarne.Lo stile di scrittura di Chambers è qualcosa di mai visto prima. E' particolare, descrittivo in maniera selettiva, ironico, sfacciato, dirompente, onesto. Ha la capacità di coinvolgere e affascinare, però non mi ha emozionato. Forse perché si sa fin da subito che Barry è morto, o forse perché c'è un po' di freddezza nell'atteggiamento che Hal mantiene nel corso di tutta la storia, o forse perché ero troppo distratta a vedermi disegnare dalle parole dell'autore per prestare attenzione a ciò che avrei dovuto provare. E' curioso, perché io sono una persona che piange per niente, eppure con questo libro non l'ho fatto. Ci sono stati brividi, risate, variegate espressioni facciali ma neppure una lacrima. Ma per la prima volta in tutta la mia vita non mi sono mancate. Io valuto molto l'aspetto emotivo di un romanzo e adoro quando le parole hanno il potere di commuovermi. Se c'è una cosa che adoro di più, però, e che mi è capitata davvero raramente... beh, è quando le parole trovano il modo di fare breccia nella realtà, quando riescono a parlare ad un "io" che nemmeno sapevo di avere. E' questo che fa Chambers: mi ha parlato, ha scritto parole di cui potrei vestirmi ogni giorno, mi ha dipinto di inchiostro con tremenda sincerità. "Ma credo che una delle stranezze della vita sia che non si impara davvero mai da un'esperienza ad affrontarne meglio un'altra. Perché non ci saranno mai due esperienze del tutto uguali. Vieni di sicuro cambiato da quel che ti capita, ma ogni nuova esperienza è comunque difficile da gestire quanto quelle che hai affrontato prima."E i personaggi? Non so se sia un caso o se sia l'innegabile talento di Chambers, ma mi rivedo in molti di loro. Nell'ironia pungente di Hal, nell'eccessivo amore per i nuovi inizi di Barry e nello spropositato altruismo di Kari. Sono personaggi che non sono tanto personaggi quanto sono persone. Sono reali, umani, ammassi di carne e ossa che respirano, e agiscono, e sentono. Mi sembrava quasi di averli attorno a me o di vedere la loro vita scorrermi in diretta davanti agli occhi. E la loro storia non è meravigliosa, ma proprio in questo consiste la peculiarità del romanzo: è tangibile. Non c'è stato nemmeno un elemento che mi abbia fatto pensare che fosse tutta fantasia, perché era così vera, autentica e genuina che davvero, non so, è come se l'avessi vissuta io stessa in prima persona.Ci sono storie là fuori nel mondo, storie che come questa sono racchiuse tra pezzi di carta, che trovano il modo di farti sentire vivo, diverso, eroico. E ce ne sono altre, più importanti, che hanno lo straordinario potere di farti sentire esattamente come sei, di rivelare la persona che si cela dietro le maschere che a volte non sappiamo nemmeno di avere. E io vorrei vivere di queste storie, perché non c'è niente di male ad ammettere di poter sbagliare, di essere belli nonostante gli innegabili difetti, di non sapere dove mettere i piedi quando si parla del futuro e tante altre cose che, solitamente, non si dicono mai ad alta voce. E' un libro meraviglioso, questo. "Ho scritto tutto questo perché lei capisse come sono arrivato a essere quel che sono. Ma questo non è più quello che sono, perché quello che sono è qualcuno che vuole essere sicuro di non essere più influenzato da quello che lo ha reso quel che è diventato. L'unica cosa importante è che in qualche modo tutti sfuggiamo alla nostra storia."
Ci sono alcuni libri che riescono a "perseguitarti" per giorni, e forse non smettono mai, visto che basta un niente perché la mente ripiombi tra quelle pagine. Danza sulla mia tomba è stato uno di questi libri per me, e per tanti motivi. Non solo perché è una bella storia scritta bene, ma perché è un libro sull'adolescenza che tratta (finalmente) l'adolescenza nella sua complessità. Il libro parla infatti di tutta la storia che c'è dietro al fatto che Hal, sedicenne, viene trovato a danzare sulla tomba del suo amico Barry. E' una storia di crescita, che il protagonista vive senza neanche accorgersene, realizzando solo alla fine, insieme al lettore, tutto ciò che è cambiato. I pensieri ancora di un bambino, covati da sempre nel cuore, quelli che conserviamo tutti, sul leggendario "migliore amico" o "anima gemella" a cui affidare tutto, si scontrano inevitabilmente con la durezza, la crudeltà ma, soprattutto, la bellezza della vita vera. Tutto quello che il giovane protagonista Hal cerca nel nuovo amico, e successivamente amore, Barry, è questa figura perfetta che sia la persona della sua vita. E lo desidera così tanto che Barry ai suoi occhi diventa l'idea che Hal coltiva nel suo cuore. Ma Barry non è una figura, è un personaggio a tutto tondo e, nonostante l'aria affascinante e la voglia di avventure, come tutti gli essere umani (e in particolare adolescenti) è confusione, smarrimento, incertezza e la ricerca di qualcosa che lo faccia sentire più vivo che mai. Proprio come Hal. Questo rende, però, i momenti, le esperienze, i dialoghi e gli sguardi vissuti insieme meno reali? Probabilmente no. Attraverso Barry, Hal conosce se stesso e i suoi desideri. Come succede nella maggior parte dei casi, è attraverso un'altra persona che riusciamo a capire ciò che siamo e ciò che vogliamo davvero, e questo libro lo illustra perfettamente. Uno degli altri motivi per cui ho amato questo libro è la caratterizzazione dei suoi personaggi, i protagonisti in primo luogo. Diversamente da molti protagonisti Young adult in voga al momento, Hal e Barry sono tutto eccetto che stereotipi: sono personaggi con mille sfaccettature di cui sembra sempre di non cogliere tutto. Ma allo stesso tempo diventano simboli di sentimenti e sensazioni provati da tutti. E' stato infatti surreale rivedersi così chiaramente nel protagonista e nella sua disperata e ricorrente ricerca della persona che potesse capirci e capire in pieno, nel suo senso di smarrimento nei riguardi di un futuro che sembra troppo immediato e nel suo desiderio di identificarsi in qualcosa, conoscere la propria persona. E anche in Barry, che nasconde dietro la maschera di sicurezza e spericolatezza, le fragilità di qualunque ragazzo, ma anche la tremenda paura di dimenticare di vivere. Barry è una di quelle persone che vivono nel presente letteralmente, momento per momento, perché hanno paura di finire rinchiusi nella routine, in una vita fasulla; la sua vita mi è sembrata come una corsa continua e frenetica, che non riusciva a fermarsi, in contrasto con quella del protagonista, che ricordava un dolce cammino, gli occhi proiettati in un futuro che faceva paura. Personaggi del genere sono difficili da trovare, e una volta trovati, restano indimenticabili.Un altro motivo per cui ho amato questo libro è il fatto che la morte di Barry, preannunciata dalle prime pagine, non miri a far piangere (anche se ovviamente può farlo) quanto a far riflettere, a scuoterti veramente. Così come la storia d'amicizia e amore tra i due ragazzi non miri a commuovere (anche se, nuovamente, può farlo), ma nasca invece in modo del tutto naturale, senza che neanche ce se ne renda conto; senza risultare mai smielata, ma riuscendo comunque ad essere d'impatto e a farti sorridere.Forse sarò stata troppo di parte( perché per me è stato uno di quei libri che ti perseguita per sempre) ma si sa che ogni libro ha un impatto diverso di persona a persona, e per me questa lettura è stata indimenticabile. E sono certa che se lo rileggerò tra qualche anno, ne scoprirò altri mille aspetti. Per ora, mi accontento della certezza di averne ricavato molto di più di quanto potessi sperare. Ed ultimo, ma non meno importante, motivo per cui ho amato questo libro è, sì, anche perché è una bella storia scritta bene, ed un po' ti cambia.
Do You like book Dance On My Grave (1986)?
The only reason I gave this book a 4 instead of a 5 was because it got slow in places, and I lost interest for a while about 3/4 of the way through. However, the ending is perfect and redeems any slow parts. The author, Aidan Chambers, says it perfectly himself in an afterword to the book: "Dance on My Grave has sometimes been called a novel about being gay. That is not how I think of it. To me it is as much about obsessive emotion as anything else. Hal is obsessed with Barry -- or rather, what he thinks Barry is. As it turns out, Barry isn't the person Hal thought he was....."If that doesn't sum up the bulk of adolescent relationships, I don't know what does. This is a book about love, codependency, longing, and blossoming sexuality. Mostly, though, it's about relationships and making sense of them. In my own humble view, this occupies something like 98% of the emotional and mental space of teenagers. Maybe it's 90% for adults? My point is that Aidan Chambers is still one of my favorite authors, because he writes about all of that messy stuff that happens between people ... that stuff that doesn't fall neatly into labels like "gay" or "love" or "boyfriend" or "girlfriend". In the process of dealing with all of this stuff, though, his characters grow and inevitably uncover deeper and wiser parts of themselves.
—Laura
"If I die first you dance on my grave".I read Dance On My Grave in one sitting. It might be one of my favourite Aidan Chambers novels. The full title reflects more on the content: Dance on My Grave: A Life and Death in Four Parts One Hundred and Seventeen Bits Six Running Reports and Two Press Clippings with a Few Jokes a Puzzle or Three Some Footnotes and A Fiasco Now and Then to Help the Story Along. Hal Robinson is a sixteen-year-old living in Southend, England. He's waiting for the results of his exams and trying to decide whether he should leave school and find himself a job, or rather continue studying to his A-levels (and if that, in which subjects). One morning, as he's sailing on a friend's boat, he capsizes and is rescued by Barry Gorman. Barry is eighteen and manages his family's record shop. The two boys immediately become friends and, later, lovers.The story begins with a press clipping about a boy who is accused of desecrating his friend's grave. Social worker Ms Atkins is given the task to talk to Hal to determine his motivations and mental state. The whole book is composed of Hal's reports to Ms Atkins, as well as her own notes on their meetings and a couple press clippings.It is immediately clear that Hal, much like other Chambers characters (see Ditto from Breaktime, or Cordelia from This Is All), has a real talent with words and writing. His reports are peculiar for his imaginative use of language. This is in contrast to Hal's mother observing that his spelling is very poor, which doesn't seem consistent with the novel itself. As a matter fo fact. Hal's favourite teacher Mr Osborne would like Hal to keep studying in his English literature class, even though he himself warns Hal that the subject won't open any career prospects to him other than teaching.During all his life, Hal has always wanted a close friend, a "bosom buddy" with whom to share his whole life. He hasn't found one, though. When he meets Barry, he's suddenly struck with the feeling that he might be the realization to all his desires. Barry is attractive, self-assured, a seducer. He saves Hal after his boat accident by explaining to him how to deal with it, and then bringing him home for a hot bath and a warm meal. Barry was forced to leave school after his father's death in order to take care of the family's record shop. He offers Hal a summer job there, and invites him to hang out in the evenings.This is how Barry is first described:A head of streaming jet-black hair above a broad and handsome face split by a teasing grin atop a tidy body, medium height, with the build and frame that can dress in worn and weather-bleached blue-jean shirt and pants as if in this year's flashiest marine jear.Enter Barry Gorman, eighteen years one month. Further details throughout what follows. This is he who becomes it. The Body.In his flasher, he was grinning, and holding up for my inspection one pair of dripping jeans.Mine. Like me, lost overboard during the troubles.Hal is very taken with Barry since their first meeting. He had seen Barry in school before, but had considered him unattainable. He's fascinated by the promise of a close friendship, as well as the fact that Barry is willing to guide him, to tell him what to do, how to behave, even how to dress.They stay together seven weeks, then the novelty of their relationship starts to wear off and things go terribly awry.Shortly after their becoming lovers, Barry makes Hal promise that whoever dies first, the other must dance on his grave. It's the epithome of Barry's way - fast living, fast running, hard loving. While Hal looks for a mate for life, Barry seems more interested in living a life full of experiences. The umbalance in their relationship leads Barry to becoming tired of Hal and accusing him of being possessive.One of the most interesting aspects in this novel is that the two main characters aren't at all concerned with being gay (well, Barry might be bisexual, but that's beside the point). They never question it, and do not worry about hiding it. At first, Hal is concerned that Barry's mother will not approve of them sleeping together, but Barry explains that she chooses not to see that part of his life. Barry's mother knows, of course, even though she does not comment on it. Hal's father knows, too, although he encourages Hal's interest in girls. I find this rather refreshing.I'm definitely reading on in The Dance Sequence - I love these books.Cover attraction: I like the watercolour feel of the Amulet Books cover, the sea green background, the seagulls, the clasped hands, the sailboat. My favourite cover remains the double edition of Breaktime and Dance On My Grave by Random House. On the left you can see the Italian cover. I like its semplicity, the sailboats theme, and the font used for the title - it looks like it's been scribbled on in ballpoint pen.
—Alessandra
'Je moet dansen op mijn graf' is een jeugdroman, voornamelijk verteld door de zestienjarige Hal, die net klaar is met school en niet weet wat hij met zijn leven aanmoet. Wanneer hij de wat oudere en energieke jongen Barry ontmoet, krijgen de twee een stormachtige relatie, die plots eindigt in Barry's dood. Dit plotgegeven komen we al aan het begin van de roman te weten, maar wat er precies gebeurd is, wordt pas gaandeweg duidelijk. Hals persoonlijke relaas wordt afgewisseld met die van een maatschappelijk werkster die na Barry's dood probeert uit te vinden waarom Hal zich op het graf van zijn vriend begaf... Deze afwisseling tussen het heden en verleden geven de roman extra cachet, omdat de lezer zelf wordt uitgenodigd de puzzelstukjes bijeen te rapen. Chambers is een uitstekend verteller die de homosexuele relatie tussen de twee jongens als de normaalste zaak van de wereld beschrijft (en dat in 1982 al!). Je voelt wel dat deze op gespannen voet staat met het arbeidersmilieu waar Hal uit komt, maar dit gegeven neemt nergens de overhand. Veeleer is het een uitstekend portret van een eerste liefde en van de problematische gedachtenwereld van een jong iemand die geacht wordt zijn leven vorm te geven, maar nog helemaal niet weet hoe.
—Gijs Grob