(Si riferisce all'insieme dei romanzi: Nell'Oceano della Notte e Attraverso un Mare di Soli)Da:http://www.webalice.it/michele.castel...Un ritorno nel passato abbastanza remoto, per questo mese. Ma un ritorno che ha uno scopo anche didattico, come ormai mi succede spesso. Quello che voglio far vedere è come si è sviluppata quella che è definita oggi la space opera, ma che era semplicemente la Fantascienza all'origine, prima che nascessero le infinite diramazioni che la compongono oggi, ognuna con il suo bravo nome identificativo, e con appassionati litigiosi sul definire a quale specifico sotto-sotto genere appartiene ogni nuovo romanzo. Purtroppo spesso anche gli autori si lasciano condizionare da questa classifazione e cercano di circoscrivere le loro opere all'interno di questa o di quella definizione. Dimenticando che i veri sottogeneri sono nati, come definizione, per definire delle opere specifiche, scritte sotto l'impulso personale dello scrittore che non si poneva certo il problema se stava rompendo qualche schema preesistente tanto da meritare una nuova classificazione. Voleva solo scrivere qualcosa di originale e di piacevole da leggere. Tutto questo solo per dire che le classificazioni vanno sempre prese con le molle, e che un romanzo particolare difficilmente si identifica completamente con una specifica classificazione.Ma la space opera è invece abbastanza riconoscibile, forse per il suo forte legame con l'epoca classica della fantascienza, anche se ha subito fortissime variazioni di tematiche, di visioni globali, ma sopratutto di stile di scrittura. Esiste una space opera moderna, che affronta temi come il superamento della singolarità tecnologica, vedi Vinge e Stross, o cerca di presentare problemi di confronto culturale e/o multirazziale, sfruttando le ultime conoscenze scientifiche e, come deve fare la fantascienza, spesso estrapolandole ampiamente.Cercherò di presentare alcuni dei migliori risultati di questo sviluppo in queste pagine, ma per il momento mi piace porre l'attenzione su un autore che rappresenta una specie di linea di comunicazione tra il classico e il moderno.Gregory Benford è un fisico di professione, e specificamente un astrofisico. La sua attività di scrittore di romanzi di fantascienza non l'ha distolto dalla sua attività principale, e l'effetto è ampiamente visibile nelle sue opere. Nonostante il suo romanzo più premiato sia stato Timescape, basato su una originale visione della possibilità di muoversi nel tempo, e abbia scritto anche altri romanzi singoli di notevole impatto, il suo contributo maggiore alla fantascienza credo risieda nella sua serie detta del Centro Galattico, composta da sei romanzi, di cui solo i primi quattro tradotti in italiano. In questa serie Benford sviluppa un tema originale ed estremamente interessante: data la tipica tendenza della vita organica ad autodistruggersi, lasciando normalmente come residuo una complessità di strutture meccaniche parzialmente intelligenti, nel passare dei millenni e di milioni di specie organiche diverse, è molto probabile che si possa sviluppare una civiltà meccanica, basata su macchine autoriproducentesi, ampiamente intelligenti, spaventate dalla possibilità continua di emersione di intelligenze organiche, diverse una dalle altre ma sempre con una tendenza distruttrice. E quindi la necessità, da parte delle macchine, di prendere ampie misure di protezione contro le intelligenze organiche. Un'ipotesi piena di molti possibili sviluppi e non facile da gestire.In questi due primi romanzi, accomunati dagli stessi personaggi, Benford fa nascere il problema, visto dal punto di vista dell'umanità terrestre, sviluppatasi forse grazie ad un antichissimo scontro tra le macchine e qualche loro oppositore organico, fino alla presa di coscienza da parte di un piccolo numero di superstiti dell'esistenza di questo conflitto, e della sua localizzazione principale nel centro della galassia.Il primo romanzo sembra inizialmente una replica di tanti altri, con un asteroide in normale circolazione nel sistema solare che si rivela invece una astronave aliena che deve essere avvicinata ed esaminata, una macchina automatica in esplorazione per conto dei suoi costruttori, ma resa psicologicamente più duttile dal troppo tempo passato e dalle troppe esperienze. E' un romanzo in cui la costruzione dei personaggi principali è l'obiettivo fondamentale, anche al di là della storia stessa, che ha comunque notevoli aspetti di pregio. Lo stile di scrittura non è perfetto, ma dimostra una attenzione e una cura che lo pongono di diverse spanne al di sopra di opere analoghe dei suoi tempi. Benford non vuole solo scrivere una storia interessante, la vuole anche scrivere bene, e se anche ancora non ci riesce completamente, il fatto che ci provi lo si nota ampiamente.Il secondo romanzo sarebbe space opera pura, nella versione più classica del termine, se non fosse per la particolare cura scientifica posta nella ricostruzione di ambienti alieni, e non solo fantasticherie pseudo-scientifiche, ma sopratutto per la cura dello sviluppo psicologico dei personaggi principali, sia nello spazio che sulla Terra.Alla fine di questo romanzo il tema principale della serie diventa esplicito.>7i>
We have here the continuation of Nigel Walmsley's journey, starting from a research base on the moon and heading with alien technology deep into space, where humans suspect someone is trying to signal them from. Meanwhile, the earth is experiencing an incredible and unusual invasion - intelligent aliens seeded into the sea and a host of deadly parasites - that is played out in a survival drama on an island. This island drama is extremely well written, very subtle in all the things implied and what the few survivors are compelled to do; it alone is worth the price of admission.Of course, the grand plan that Nigel is discovering, a titanic battle on an evolutionary scale between organic beings and machine intelligences, is the heart of the story. Benford is brilliant with the details he brings to this, in a long space flight where humans can change their sexes and engage in all sorts of petty intrigues (Nigel as the ever-disobedient iconoclast with his enhanced creative intelligence). It is an interesting vision that moves along quickly and is great intellectual entertainment. Where they end up is equally surprising, both in its outcome and where it points for the humans to try next, in what promises to be a long series.Recommended as excellent hard scifi.
Do You like book Across The Sea Of Suns (2004)?
Tighter and more cohesive than its predecessor, Across... Is another good book that splits its narrative into a space and an earthbound thread. The space thread is a little chaotic but packed with the kind of imagination that stretches the mind and engages the sense of wonder that insane scales inspire. The earthbound segments are written better, and follow a shipwrecked sailor going through a first contact scenario of surprising subtlety. Better but still not as good as the later books in style or content.
—Jerico
This was assigned reading from a sci-fi/fantasy group. In full disclosure - I'm more fantasy then sci-fi but I really found very little in this book I liked.After I got most of the way through it I found out it was book 2 of a series and I'm not sure that not reading the first one was a factor or not. I personally think that books in a series need to stand on their own (my husband is a writer and his books have references so the reader is not "plopped into the middle". I'm not sure that would have made the difference because the real issue was I really didn't care about the people in this book which was the main problem.The only part I found somewhat interesting was the two people on the raft in the ocean. But when they started dropping "messages" I was like - what the heck. I don't think it came off well.Overall a bad rating - I'm not glad I read it.
—Robin
From a SF POV, this is another intriguing situation set up by the author. As a novel it has a few drawbacks. First, the back-story isn't very well sketched-in, so it doesn't stand in its own right. You really need to read "In the Ocean of Night" first to get full value from this book.Second it's quite had to believe the political manoeuvring could so easily isolate Nigel. It feels a bit stereotyped that Nigel’s analysis is right, but no one supports him.It ends on a massive cliff-hanger, obviously setting up a 3rd book in the series.Note that this Kindle edition has obviously been published without being proof-read. Whilst there are not as many typos and miss-spellings as there are in "In the Ocean of Night", there are still enough to jolt the reader out of the flow of the story.
—Mj